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GIORNATA MONDIALE DELLA PIZZA, PRODOTTO MADE IN ITALY

GIORNATA MONDIALE DELLA PIZZA, PRODOTTO MADE IN ITALY

“Giornata mondiale della pizza”, da poco trascorsa è stata il 17 gennaio 2020, prodotto enogastronomico tra i più rappresentativi del made in Italy e la cui arte è stato riconosciuto Patrimonio immateriale UNESCO. Essa nasce da un impasto di ingredienti tradizionali (farina, acqua e lievito), prevede vari condimenti e viene cotto in un forno a legna. Nel XVIII secolo, però, a Napoli con il vocabolo “pizza” si intendeva l’attuale “Torta”, anche se può sembrare un po’ patetico. Nel XIX secolo, sempre nella città di Napoli, si sviluppò invece la vera ricetta della in onore della regina Margherita di Savoia. La ricetta classica prevedeva come condimenti mozzarella, salsa e basilico ed il nome “Margherita” deriva appunto dall’appellativo della regina. Il suo particolare è che questi ingredienti rappresentano anche il colore della bandiera italiana: bianco-mozzarella, rosso-salsa, verde-basilico.

GIORNATA MONDIALE DELLA PIZZA, PRODOTTO MADE IN ITALY

Adesso incentriamo la nostra attenzione, però, sull’evoluzione che questo prodotto ha avuto nel campo gastronomico. Oggi la è conosciuta in quasi tutto il mondo, ma soffermiamoci in particolare sulla sua diffusione in Italia, dove si sono sviluppati ben otto tipi di pizza in base alla regione, cioè pizza napoletana, siciliana, romana, genovese, pisana, marchigiana, milanese e torinese. La pizza napoletana è l’unica pizza conosciuta all’estero.

GIORNATA MONDIALE DELLA PIZZA, PRODOTTO MADE IN ITALY

Dal 4 febbraio 2010, infatti, è ufficialmente riconosciuta come “Specialità tradizionale garantita dell’Unione europea”. È molto sottile con il bordo alto, dovuto all’aria. Oltre alla Pizza Margherita, è molto famosa anche la Marinara, con pomodoro, aglio, origano, olio extravergine d’oliva. La pizza Siciliana è molto nota e possiamo trovarne diversi tipi in base alla provincia: a Catania c’è la “cacciata” (fatta soltanto nel periodo di Natale), a Zafferana Etnea la tipica “siciliana”, a Palermo gli sfincioni; a Siracusa, specialmente a Solarino e a Sortino, i pizzòli; a Messina i “Piduni”, che derivano dalla focaccia messinese, e a Ragusa la “scaccia”.

La “pizza genovese” è una pizza in teglia dalla pasta alta e morbida. L’impasto viene cucinato con acqua, sale, lievito di birra e un po’ di latte. Deriva dalla focaccia.

La “pizza pisana” era rotonda e aveva uno spessore medio. Viene condita con grana o mozzarella, acciughe e capperi; solitamente è piegata a un quarto e viene prodotta a Pisa e Provincia e a Lucca, Livorno.

Insomma, oltre a quelle classiche, le varietà oggi sono davvero tante per soddisfare tutti i palati e tutti i gusti. Ma una cosa è certa: in fondo in fondo, detto chiaramente, le pizze sono tutte buone e scegliere è molto difficile.

Per cui…VIVA LA PIZZA!

Greta Coppolino, Chiara Palella

Classe II, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.

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