L’Etna, i suoi segreti svelati dalla “Grotta di Mompeloso”
L’Etna, sorge nella splendida Sicilia, in provincia di Catania, uno dei più grandi patrimoni dell’UNESCO: il vulcano più alto d’Europa e quello più attivo del mondo. L’Etna o “Mongibello” è una delle destinazioni più apprezzate dai turisti che, grazie alle sue continue eruzioni e al trascorrere dei secoli, ha contribuito notevolmente alla trasformazione del paesaggio, rendendolo così un ambiente molto suggestivo. Inoltre il parco naturale, i numerosissimi crateri, le ceneri, le colate laviche, la depressione della valle del Bove e tutte le grotte, fanno del monte un importante centro di ricerca scientifica, motivo per cui le visite e le escursioni effettuate sono in perpetuo aumento.
Infatti quasi ogni anno la scuola secondaria 1°grado “Foscolo” di Barcellona Pozzo di Gotto organizza, per le classi terze dell’Istituto, un’uscita didattica sull’Etna, in modo da farli incuriosire maggiormente e far loro scoprire tutte le sue bellezze. La prima tappa effettuata quest’anno, venerdì 13 dicembre 2019, è stata la visita alla “Grotta Lunga” o più comunemente chiamata “Grotta Monpeloso”, in quanto situata in suddetta località. Sull’Etna sono tuttavia sparse moltissime cavità di questo genere, circa 200, poiché dopo ogni fuoriuscita di lava, essa entra in contatto con l’aria che, raffreddandosi, prima forma una crosta, detta carapace della colata, mentre all’interno rimane fluida. Dopo l’esplosione, la lava cerca di drenare in qualche posto e, quando ci riesce, la parte più esterna si ferma e al suo interno si formano dei tunnel lavici. Si creano così le grotte, non tutte facilmente esplorabili dallo speleologo, perché per entrarci bisogna passare attraverso un punto di accesso che si crea in modo naturale. La grotta visitata dai ragazzi, creatasi dopo l’eruzione del cratere Monpeloso, è considerata inusuale, perchè di solito tendono ad essere freddissime. Invece, dopo il terremoto di circa 20 anni fa, al suo interno si sono aperte delle fratture dalle quali sono fuoriusciti dei gas che l’hanno resa molto calda. Vi si accede scendendo lungo un breve pendio di terriccio, dove crescono muschi e felci, e si giunge così al punto più basso della grotta, ma anche il più ampio con i suoi 6 metri di larghezza e altrettanti di altezza. Nel complesso essa è lunga 55 metri, ma dopo i primi sei per proseguire occorre l’aiuto di uno speleologo, perché vi è un suo restringimento ed è molto difficile superarlo senza le attrezzature adeguate.
E’ inoltre caratterizzata da una morfologia detta “a sesto acuto” ed è formata “a fogli”, poichè a fine eruzione può avvenire un’esfoliazione della grotta, fenomeno che consiste nell’arrotolamento su sè stessi di alcuni suoi fogli, che formano i cosiddetti “rotoli di lava”, col tempo soggetti ad andare persi. Anche la sua struttura, come tutte quelle presenti sull’Etna, ha tuttavia subito varie trasformazioni, perché con il continuo calpestio dei turisti e le condizioni atmosferiche, la roccia si è sgretolata ed è diventata sabbia vulcanica, formando un vero e proprio sentiero. Veramente affascinante, la “Grotta Monpeloso”, è però destinata a sparire e ciò è davvero triste. E’ presente infatti in essa un’infiltrazione di acqua piovana che, tra circa 200 anni, la porterà probabilmente a cadere.
Ma per ora è impossibile non goderne la bellezza e anche i ragazzi della “Foscolo” ammirando questi luoghi maestosi che l’Etna offre, si sono incuriositi ancor di più sul suo paesaggio e ciò è stato di grande aiuto per consolidare le loro conoscenze precedenti e accrescere l’attenzione per la spiegazione della guida durante tutto il percorso.
Ilenia Scarpaci
Classe III, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.