La mano, potente parte terminale del cervello: Prof. Sabatini docet
Questo segnale viene questa volta dagli Stati Uniti d’America. Tra i tanti dati che stanno circolando, c’è la notizia che 8 o 9 stati americani, che per legge precedentemente avevano cancellato nella scuola l’obbligo del corsivo, lo stanno ripristinando con un nuovo provvedimento legislativo.
Si sottolinea così, qualora ce ne fosse stato bisogno, il fortissimo potere conoscitivo della mano. Dice infatti il professore Francesco Sabatini, linguista e presidente onorario dell’Accademia della Crusca, “quello che possono i polpastrelli delle dita noi non lo immaginiamo…. Aver trascurato la scrittura manuale ha danneggiato le capacità linguistiche”.
“Le manine laboriose quante cose fanno far…. e le dita industriose mai non smetton di lavorar..”
Ben racchiude questa semplice filastrocca una profonda ricchezza che riconduce agli studi del neurochirurgo americano Wilder Penfield. Varrebbe la pena di andare a rivedere le immagini di Homunculi che il neurologo disegnò per mettere in evidenza le preponderanti funzioni cognitive affidate a questi due portali del nostro corpo, insieme con il portale primario della bocca.
Lo studioso aveva disegnato delle immagini in un suo album per dimostrare l’importanza percettiva delle mani, dello stimolo che viene dalle dita al cervello. Si vede una figura umana in cui la lingua è il portale per i sapori e le mani per tutte le proiezioni degli stimoli sulla corteccia cerebrale.
Possiamo sostenere pertanto che “si scrive con il cervello”, ponte di comando di tutte le attività cognitive e motorie e che la scrittura può essere definita un “encefalogramma naturale
Forte appello viene rivolto quindi soprattutto ai docenti di scuola primaria che sono i più esposti, i più impegnati, i più responsabili dell’istruzione linguistica e che, dalla conoscenza di queste immagini e di tutto ciò che c’è dietro, potrebbero ottenere maggiore stimolo ad una più approfondita cura dell’esercizio manuale per disegnare correttamente le varie forme di scrittura.
Franca Genovese