Il caffè espresso napoletano candidato a patrimonio dell’Unesco
Il Caffè nell’elenco dell’eccellenza italiana, dopo la pizza , il tartufo di Alba e lo zibibbo di Pantelleria, come non inserirlo nell’elenco del patrimonio Unesco? Un riconoscimento che evidenzierebbe l’unicità e l’irriproducibilità di un prodotto tipico del territorio che è famoso in tutto il mondo.
Il caffè espresso napoletano, il vero espresso, quello ristretto come si usa a Napoli e non con tutte le sue varietà che nelle altre città fanno impazzire i baristi, lungo, schiumato, macchiato… Per i napoletani una vera eresia!!
Una miscela buona, una tazzina sempre bollente, un po’ di manutenzione alla macchina espresso e tanta buona volontà: gli ingredienti indispensabili per preparare un buon caffè dall’ottimo sapore e dall’intenso profumo.
Il nome caffè ha origini arabe e la prima città a conoscerlo fu Venezia nel 1500. Da allora il appassiona l’Europa, ma del culto della miscela, della magica tostatura non si può negare che la sua culla perfetta il chicco prezioso lo trovò a Napoli. Bevanda così graziosa e gradita che fu proprio nel capoluogo campano che fu inventato il “caffè sospeso”: pagarne uno in più per poterlo offrire ad uno sconosciuto.
Gesto di signorilità e gentilezza che varrebbe di per sé l’ambito riconoscimento UNESCO.