Lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica fra libertà e tutela
Promozione cultura e della ricerca scientifica significa dare nuova linfa alla crescita e aprire nuovi orizzonti.
Art. 9: La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.
Art. 33: L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento….
Lo stato italiano attraverso il potente strumento che è la nostra Costituzione “promuove” lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e proclama la libertà di pensiero in maniera sia scientifica sia artistica.
Tali principi sono ribaditi anche dalla Dichiarazione universale dei diritti umani firmato a Parigi, per iniziativa ONU, nel dicembre 1948 e dalla Dichiarazione universale sulla bioetica e sui diritti umani del 2005.
Promuovere la scienza, la libertà e lo sviluppo tecnico significa anche concedere la libertà di ricerca e di divulgazione in maniera tale che gli scempi ambientali che hanno caratterizzato l’edilizia italiana per decenni, l’incuria mostrata verso i reperti artistici e le opere dei musei o ancora l’interesse economico e il disinteresse verso i beni culturali ambientali possano avere finalmente termine. Quando si parla di paesaggio, non si intende solo un particolare ambiente ma l’ambiente in cui l’uomo vive e lavora, poiché l’esigenza di un habitat naturale nel quale l’uomo vive e agisce è necessario alla collettività e per essa ai cittadini.
La Repubblica detta inoltre le norme generali sull’istruzione ed istruisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi. La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equivalente a quello degli alunni di scuole statali.
Al giorno d’oggi, sono diverse le forme di discriminazione che vengono ancora messe in atto nel mondo, come in India in cui nonostante sia stato abolito il sistema delle caste ancora in alcune comunità i cittadini sono costretti a vivere ai margini della società o in molti paesi, soprattutto più poveri, alle donne sono negati i diritti come istruzione, lavoro e salute.
Non bisogna inoltre dimenticare la discriminazione razziale che, basata su vecchi pregiudizi e pura ignoranza, giudica i propri simili sulla base dell’appartenenza o meno a “categorie” ritenute arbitrariamente superiori. Tutto passa dalla conoscenza e prima ancora dalla comprensione. Perché la comprensione è il punto di partenza per una civile convivenza. E tutto ciò è correlato al livello di istruzione degli uomini che costituiscono la società.
Gisella Siracusa IV C BS