Libertà di espressione e di parola: uso e abuso
di fener06 (Medie Inferiori) scritto il 10.12.19
In questi ultimi giorni impazzano sul web le polemiche per un tweet pro Hitler apparso sul profilo Twitter di un docente dell’Ateneo di Siena, il professor Emanuele Castrucci, insegnante di filosofia del diritto: “Vi hanno detto che sono stato un mostro per non farvi sapere che ho combattuto contro i veri mostri che oggi vi governano dominando il mondo”, questo è il contenuto del messaggio accompagnata da una foto di Hitler. Sempre sul suo profilo il docente spiega poi: “Hitler, anche se non era certamente un santo, in quel momento difendeva l’intera civiltà europea”. Molte le polemiche, alle quali il professore ha risposto: “Ho fatto appello alla libertà di pensiero”. Ha spiegato che quanto scritto su Twitter sono “opinioni del tutto personali”, espresse “fuori dall’attività di insegnamento”. Anche se il contenuto del tweet antisemita è di grande rilievo, in questo momento vorrei metterlo in secondo piano per concentrarmi, invece, sulla risposta del professore. Il suo appello alla libertà di parola, di espressione, secondo me non è del tutto giustificato e non giustifica le sue azioni. Sarà anche vero che ognuno può pensare, credere ed esprimere ciò che vuole, ma è sbagliato farlo se ciò può colpire altri.
Tutti coloro che hanno perso i propri cari, familiari o amici, per colpa della mente malata di un uomo, anzi di un mostro, alla lettura di quella frase saranno rabbrividiti al solo pensiero che c’è chi crede, in qualsiasi forma essa sia, negli ideali antisemiti e che possa esserci chi potrebbe emulare ciò che è successo durante il secondo conflitto mondiale. Io non colpevolizzo quel docente per aver espresso un parere personale, anzi elogio chi come lui ha il coraggio di esprimere il proprio pensiero, però per quanto esso sia un nostro diritto certe volte farlo può essere inopportuno, soprattutto se questo può influenzare o avere un peso negativo su quello altrui. Io accuso quel professore di credere che le azioni compiute da Hitler fossero giuste fino a giustificare ed elogiare le sue gesta. Io rimprovero quell’uomo di aver preferito tapparsi occhi e orecchie e continuare a credere in una bugia, non accettando una crudele realtà. Le motivazioni che spingono il signor Castrucci a credere in quegli ideali sono a me ignoti, ma non credo che possano bastare a motivare la morte di migliaia di persone.
Non bisogna dimenticare poi che persino la nostra Costituzione è antifascista e pertanto ripudia totalmente gli ideali promossi, in questo caso, dal suddetto professore universitario di Siena. Sempre parlando di “Costituzione”, non possiamo non nominare poi l’articolo 11 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, che recita: “Ogni persona ha diritto alla libertà di espressione. Tale diritto include la libertà di opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza limiti di frontiera”, mentre nell’articolo 21 della nostra Costituzione leggiamo che «Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell`autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l`indicazione dei responsabili.[…] Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni». Prendendo esempio da quanto riportato prima, possiamo notare che nel nostro caso, difatti, non sono state le pubbliche autorità a procedere per prime contro questo scandalo, ma bensì l’opinione pubblica e che, inoltre, il messaggio apparso su Twitter va contro le regole del “buon costume” perché offensivo e di poco gradimento. In conclusione direi che non sono molto sicuro di voler mandare dei giovani ragazzi, influenzabili, da un professore con queste ideologie politiche. La libertà di parola e di opinione è inviolabile, ma bisogna ricordare di non abusarne, perché ciò non porterebbe altro che ulteriori problemi.
Santi Scarpaci
Classe III, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.