Il NYLON 6.10: CHIMICA DEI MATERIALI POLIMERICI
Il nylon, polimero sintetico di grande importanza fu realizzato per la prima volta negli USA nel 1935. Attualmente se ne producono circa 4 milioni di chilogrammi in tutto il mondo.
L’origine dell’acronimo NYLON è incerta, pare si riferisca all’espressione “Now You’ve Lost Old Nippon” con la quale si considerava la possibilità di ridurre la dipendenza degli USA dal Giappone per la seta, proprio negli anni in cui i rapporti tra le due potenze erano resi difficili dagli eventi bellici.
Resistente e duttile, venne utilizzato per la prima volta come setole degli spazzolini da denti, in seguito venne adottato dall’industria tessile, per la fabbricazione delle calze da donna, e sfruttato grazie alle sue proprietà durante la Seconda Guerra Mondiale nella produzione delle tele dei paracadute; oggigiorno viene usato per la fabbricazione di costumi da bagno, abbigliamento sportivo, nel settore intimo e anche in campo medico per suture e particolari garze.
Chimicamente il Nylon appartiene alla famiglia delle poliammidi, molecole di grandi dimensioni (polimeri) formate da lunghe catene di unità-base, caratterizzate dalla presenza del gruppo ammidico —NH-CO-.
I numeri che accompagnano il nome (ad esempio 6.6. oppure 6.10) indicano il numero di atomi di carbonio dei monomeri di partenza.
Il Nylon viene prodotto sotto forma di filo continuo, può essere opaco o lucido ed è generalmente di colore bianco.
La sintesi avviene per policondensazione interfacciale cioè solubilizzando i monomeri in due solventi immiscibili tra di loro e facendo avvenire la reazione all’interfaccia.
Nel laboratorio di chimica organica della nostra scuola abbiamo prodotto il Nylon 6.10 tramite policondensazione tra esametilendiammina e cloruro di sebacoile: la prima disciolta in una soluzione acquosa basica e il secondo solubilizzato nel solvente organico cicloesano, ottenendo due soluzioni immiscibili tra loro. Versando molto delicatamente una soluzione nell’altra, all’interfase è avvenuta la reazione visibile grazie alla formazione di un velo bianco opaco di polimero. Quest’ultimo è stato tirato fuori agganciandolo con un uncino, ottenendo un filo di Nylon che è stato lavato con acqua distillata e solidificato per raffreddamento.
Mazzagatti Rachele
Piras Federica
Piraino Noemi V C BS