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I Centri Antiviolenza fondamentali per salvare le donne dal femminicidio

Antiviolenza: lunedì 25 novembre 2019, “Giornata mondiale contro la violenza sulle donne”, nella nostra scuola secondaria di 1° grado “Foscolo” di Barcellona Pozzo di Gotto si è tenuto per tutti gli alunni un incontro con Giulia Carmen Fasolo, scrittrice e operatrice presso il “Centro Antiviolenza Frida Kalho Onlus”, e altre due collaboratrici, la psicologa Caterina Fazio e l’assistente sociale Cosima Caranna, che insieme ad altre figure professionali supportano con coraggio le donne in un momento molto delicato per loro: quello in cui decidono di dire basta alla violenza, in varie forme, da parte di uomini, compagni o mariti, convinti di avere diritto di possesso totale in nome della propria presunta superiorità fisica, economica, psicologica. Si tratta quindi di strutture importantissime per garantire indipendenza e aiuto a soggetti spesso privi di mezzi economici e di un lavoro, costrette il più delle volte a doversi prendere cura anche di uno o più figli. Soffermiamoci perciò su questi “Centri Antiviolenza”, organi fondamentali per abbattere la violenza sulle donne spingendo sempre di più le vittime sull’unica strada possibile: la denuncia e l’allontanamento dal proprio aguzzino. Fra le tante associazioni di questo tipo presenti sul territorio nazionale una in particolare ha sedi in tutte le regioni italiane:

I Centri Antiviolenza fondamentali per salvare le donne dal femminicidio

“FRIDA KALHO RETE ANTIVIOLENZA ONLUS”. Essa è presente in Sicilia solo a Barcellona Pozzo di Gotto, che quindi accoglie nel suo Centro richieste d’aiuto da varie località dell’isola. Ma qual è il compito fondamentalmente di queste strutture? Esse principalmente hanno lo scopo di proteggere le donne e garantire loro un confortevole luogo in cui potersi rifugiare. In realtà talvolta questi centri sono dei veri e propri luoghi accoglienti, cioè delle grandi case condivise fra le varie donne violentate che hanno chiesto aiuto, ma spesso essi si limitano a semplici appartamenti in cui le vittime trovano supporto psicologico, legale, sociale ma dove non possono pernottare, venendo dirottate per questo verso “Case famiglia” protette. Il concetto chiave su cui si basano queste associazioni di tutela è in ogni caso l’idea di “LIBERTA’”, importante diritto comune che appartiene a tutti gli esseri umani presenti sulla faccia della Terra, ma che deve essere riconosciuto soprattutto al genere femminile, che viene ancora spesso discriminato o considerato inferiore nella comune mentalità maschilista difficile da sdradicare.

I Centri Antiviolenza fondamentali per salvare le donne dal femminicidio

Grazie al diffondersi di questi Centri di assistenza alle donne vittime di violenza, si stima che negli ultimi anni il tasso di mortalità femminile stia diminuendo, però resta ugualmente molto elevato secondo gli ultimi calcoli dell’Istat (Istituto Nazionale di statistica) se è vero che in Italia, ogni 72 ore, muore una donna che non ha potuto vivere al meglio la propria vita, dato che il proprio marito o compagno ha deciso di segnare, con un gesto infausto, il suo futuro. Proprio per prevenire il degenerare delle violenze in “femminicidi”, queste strutture, basate principalmente sull’opera di volontarie che mettono la propria professionalità al servizio di chi ne ha bisogno, sono molto occupate e disponibili 24h su 24h in caso di necessità. Per noi ragazze, che rappresentiamo le nuove generazioni, questo argomento è stato molto interessante e ci ha fatto molto pensare l’idea che, al posto di queste donne che oggi chiedono aiuto, potremmo in futuro esserci noi, prendere il loro posto e non poter decidere del nostro futuro ma soltanto soccombere alla volontà opprimente di qualcuno che pure continua a dire che ci ama. Ma questo non è amore, è possesso. Speriamo perciò in un futuro migliore, crediamo nei nostri sogni, auguriamo a tutte le donne che un giorno possano realizzarsi e che finalmente possa scomparire questo triste fenomeno che non ci permette di essere veramente “LIBERE”.

Greta Coppolino e Sofia Mammola

Classe II, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.

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