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“Femminicidio”, un termine che delinea una tragica realtà

Femminicidio, molto spesso sentiamo parlare, in articoli di cronaca nera, di violenza sulle donne e questo argomento, di cui fino a poco tempo fa si parlava poco, sta diventando oggi molto frequente.

Nella storia le donne hanno combattuto tanto per far valere i loro diritti e ottenere l’uguaglianza di genere. Dati i numerosi pregiudizi anche sulla prestanza fisica, le donne negli ultimi anni hanno però dovuto scontrarsi con maltrattamenti, violenze domestiche e sul lavoro.

Nel 2001 Diana Russell ha introdotto un neologismo inglese, femicide, per indicare appunto l’uccisione di una donna; il termine si evolverà poi in “feminicide”, nome usato nel saggio di Lasgard, importante antropologa. Nel 2008 il neologismo si è diffuso anche nelle altre parti del mondo anche grazie a un libro che esamina l’uxoricidio, uccisione di una donna in quanto moglie, e lo trasforma in “femminicidio”.

"femminicidio", un termine che delinea una tragica realtà

Nel 2017 il conteggio delle vittime fu allarmante e destinato ad alzarsi, in media una vittima ogni tre giorni. Confrontando i dati dal 2002 al 2016 c’è stato un evidente innalzarsi di donne che subiscono violenze (dal 39% al 51%), e non è tutto se pensiamo che circa 7mln di donne hanno subito maltrattamenti nel corso della loro vita. Molte le donne che vengono sfregiate, uccise, accoltellate, maltrattate dal marito o compagno: le cause sono quasi sempre le stesse, come gelosia, amore malato, smania di possesso, e molto spesso in queste tragedie familiari vengono coinvolti anche i figli, che talvolta rimangono anch’essi vittime dei padri che, quindi, per vendetta nei confronti della moglie li uccidono.

"femminicidio", un termine che delinea una tragica realtà

Il 25 novembre è la “Giornata internazionale contro la violenza sulle donne”, una data in cui dovremmo riflettere sulla gravità di un fenomeno sempre più vasto. Sensibilizzare i giovani su questa tematica è di fondamentale importanza, ma non solo per l’uomo che si macchia di queste atrocità ma anche per le donne che devono sempre più essere consapevoli del loro ruolo e della loro dignità, sempre più coraggiose a denunciare chi esercita nei loro confronti non solo la violenza fisica ma anche quella psicologica, come nei casi di stalking. Per questa ragione si stanno diffondendo tante associazioni pronte a supportare le donne in difficoltà, ma tanto ancora c’è da fare ed è per questo che tutti dobbiamo essere più sensibili e più consapevoli del problema.

Medea Torre

Classe II, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.

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