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LA VIOLENZA NON E’ FORZA MA DEBOLEZZA

VIOLENZA: L’umanità si dice che sia la specie più intelligente che esista al mondo, ma non è vero. L’umanità non è più un’unione fraterna, ma è una “distruzione” fraterna e noi stiamo diventando peggio degli animali selvaggi, uccidiamo e basta, senza un motivo togliamo la vita a una persona. Ma “la violenza non è forza, ma debolezza”, disse il filosofo Benedetto Croce. Gli omicidi, però, vedono oggi soprattutto noi donne come vittime, si fa credere per “amore”. Ma noi la parola “amore” non sappiamo più cosa significhi, dopo tutte quelle vittime che, per possessività, gelosia, senso di proprietà, sottomissione vengono uccise, aumentando anno dopo anno, in diversi modi: accoltellate, soffocate, sfregiate con l’acido, a colpi di pistola, bruciate vive…

LA VIOLENZA NON E' FORZA MA DEBOLEZZA
Scarpe rosse esposte in piazza SS. Annunziata in occasione dell’iniziativa ‘Scarpe rosse, trecce e solidariet??’ per dire no alla violenza sulle donne, Firenze, 8 marzo 2014. ANSA/MAURIZIO DEGL INNOCENTI

Certo, quelli che oggi chiamiamo “femminicidi” esistono da sempre e, fino a non molti anni fa, l’uomo che uccideva la moglie o la fidanzata “per gelosia” poteva anche contare su un’attenuante giuridica: il movente “del delitto d’onore”, grazie al quale se la cavava con pochi anni di carcere. Oggi per fortuna qualcosa è cambiato e il reato di “femminicidio” è un aggravante, è stata introdotta una nuova legge che tutela le donne dalle aggressioni sia fisiche che verbali subite all’interno e fuori l’ambiente domestico; è stato introdotto il “codice rosso” ed esistono numerose associazioni che aiutano le donne a difendersi dai continui abusi subiti. La tutela delle donne è quindi legge, e per tale motivo la violenza su di esse viene punita con pene severissime. Quando ci riesce però… Spesso i colpevoli sfuggono infatti al giudizio in vario modo e tornano a fare del male o si sottraggono alla pena nel più vigliacco dei modi: il suicidio. La “Giornata mondiale contro la violenza sulla donne”, fissata per il 25 novembre, quindi, è stata istituita proprio per puntare i riflettori su questo preoccupante fenomeno e si nutre di simboli: scarpe rosse, panchine rosse, posti contrassegnati come #postooccupato per ricordare il posto che una di queste tante vittime avrebbe dovuto occupare ma non può più fare…. Esiste perciò questa giornata per ricordare le donne vittime di violenza ed uccise da uomini, compagni senza alcuna morale e con problemi psicologici, ma anche per cercare di diffondere una cultura del rispetto e dell’amore “sano”.

LA VIOLENZA NON E' FORZA MA DEBOLEZZA

Noi donne, infatti, a volte siamo “sciocche”, incoscienti, vittime deboli, incapaci di capire ciò che succede veramente; abbiamo paura di dire ciò che pensiamo, non possiamo dire neanche “no” per la paura di ricevere una sberla, e ci convinciamo che tutto questo sia normale, che possiamo cambiare l’uomo in meglio. Ma non cambierà mai, non illudiamoci. Si pensa in modo errato che chi non ci lascia libertà ci ami tanto, che ha paura di perderci, invece non è normale. Chi ama lascia liberi: è questa la verità. Noi donne spesso ci illudiamo che tutta la violenza possa un giorno finire e, quando le carezze diventano spiacevoli, non lo consideriamo come un segno d’allarme ma del fatto che siamo noi le “sbagliate”, e pensiamo che passerà prima o poi. Ma è solo un modo per non vedere in faccia la realtà. Lo stesso Gandhi, profeta della ribellione non violenta, ebbe a dire sulla violenza verso le donne: “Quando una donna è assalita, non può perdere tempo a riflettere su violenza o non violenza. Il suo compito primario è l’autodifesa. Ed è libera di impiegare qualsiasi metodo o mezzo che le venga in mente pur di difendere il proprio onore. Dio le ha dato le unghie ed i denti”. Quindi il dovere di proteggere se stesse e i propri figli deve guidare le donne a dire basta davanti a queste situazioni: senza ma e senza se. E la società deve aiutarle a farlo, per quanto è nelle sue possibilità.

Sofia Bucolo

Classe I, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.

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