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UN’ESPLOSIONE CHE HA SCONVOLTO UNA CITTA’

Esplosione… e una immane tragedia ha colpito la comunità di Barcellona Pozzo di Gotto nel pomeriggio di mercoledì 20 novembre quando, intorno alle 16:30 circa, un boato seguito da una violenta deflagrazione si è udito in tutto il comprensorio barcellonese e nei comuni vicini, facendo pensare lì per lì a un terremoto. Invece era esplosa una fabbrica di fuochi d’artificio situata in contrada Femminamorta, fabbrica appartenente alla famiglia Costa da circa tre generazioni, la “Pirotecnica Vito Costa e figli” essendo nata agli inizi del ‘900.

ESPLOSIONE CHE HA SCONVOLTO UNA CITTA'

Nello scoppio hanno perso la vita la moglie del titolare e quattro giovani operai di una ditta esterna che stavano svolgendo lavori per la messa in sicurezza, mentre altri due sono gravemente feriti e ricoverati ancora in ospedale. La procura di Barcellona Pozzo di Gotto ha subito aperto le indagini per scoprire le eventuali cause dell’esplosione e verificare se dovuto ad errore umano o provocato da fonti esterne. Nella cittadina, invece, in segno di vicinanza alle famiglie, per il fine settimana sono state sospese tutte le manifestazioni canore e teatrali, mentre anche il sindaco ha proclamato una giornata di lutto cittadino per i funerali, che sicuramente avranno luogo alla chiusura delle indagini autoptiche. Tutta la comunità comunque si è subito stretta intorno ai familiari delle vittime ed è certo che la verità sulle cause dello scoppio verrà a galla, prima o poi, però nulla potrà consolare il dolore di tutte le famiglie per la perdita dei propri congiunti. Anche se verrà accertata la fatalità nel caso di questa tragedia, che tocca da vicino la nostra cittadina, non dimentichiamo che quella delle morti sul lavoro purtroppo è una piaga che ancora non si riesce a sanare nella nostra società.

UN' ESPLOSIONE CHE HA SCONVOLTO UNA CITTA'

Disattenzione, mancanza di adeguata sicurezza, stanchezza fisica, fatalità… tante le possibili cause che possono provocare una morte “bianca”, ma conoscere cosa l’ha provocata non sana il dolore di chi resta né di chi l’ha vissuta da spettatore. Sento quindi molta rabbia quando accadono tragedie come questa, in cui delle giovani vite si spengono durante lo svolgimento del proprio lavoro. Purtroppo questa è la vita e bisogna andare avanti, anche con la morte nel cuore, ma è nostro dovere fare sì che chi di dovere metta in atto tutte le norme di sicurezza o vigili perché ciò venga fatto. Perché al giorno d’oggi non si può ancora “morire di lavoro”.

Giuseppe Levita

Classe III, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.

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