martedì, Novembre 5, 2024
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IL 25 novembre e la necessità di essere presenti e forti

Il 25 novembre è la data ufficializzata dall’Assemblea Generale dell’ONU contro la violenza sulle donne, questa giornata è stata scelta da un gruppo di donne attiviste, riunitesi nell’Incontro Femminista Latinoamericano e dei Caraibi, tenutosi a Bogotà nel 1981.

La data coincide con uno spiacevole evento accaduto nella stessa giornata del 1960 nella Repubblica Dominicana di Trujillo alle tre sorelle Mirabal, le quali furono un modello di donne rivoluzionarie per l’impegno con cui tentarono di contrastare il regime vigente all’epoca. Le tre donne furono brutalmente uccise in quella giornata dal Servizio di informazione militare, che volle oltretutto simulare un incidente dopo l’atto mostruoso compiuto.

IL 25 novembre e la necessità di essere presenti e forti

È stato, inoltre, scelto anche un colore per manifestare contro l’inumanità: il rosso, come la passione e la vita, su ogni oggetto ed anche sul viso, come si è potuto osservare negli anni precedenti dai mezzi di informazione prima e dai social ora che hanno avuto un ruolo determinante nel sostenere la giornata del 25.

Purtroppo, queste tre donne non sono le uniche vittime del fenomeno in questione! Le donne hanno sempre sofferto nella storia per il senso di inferiorità rispetto al sesso maschile, che comunque non ha vere e proprie motivazioni d’ esistere poiché non vi è alcuna differenza tra donne e uomini e oggi possiamo fortunatamente combattere questa guerra contro il misoginismo, la prepotenza e il sessismo.

IL 25 novembre e la necessità di essere presenti e forti

Nonostante i tanti movimenti portati avanti da svariate organizzazioni nate con il fine ultimo di ottenere la parità dei diritti, nel nostro secolo ancora accadono episodi denigratori e violenti nei confronti del genere femminile.

I dati raccolti in Italia nel 2019 dalla Polizia di Stato sono preoccupanti poiché si verifica un reato di violenza contro il genere femminile ogni 15 minuti. La situazione non riguarda solo il nostro paese anzi, la questione tocca tutto il mondo.

Solitamente si cade nell’errore di considerare violenza solo le percosse o le lesioni fisiche, contestualizzati in un ambiente di degrado e scarsa cultura o segnato da condizioni economiche difficili, ma la violenza non si ferma a questo, non ha alcun cliché.

Le dinamiche sono diverse e variano in base al contesto sociale, rientrano infatti nei comportamenti violenti: la violenza domestica, la privazione dell’utero per poter lavorare senza l’inconvenienza del ciclo mestruale, il caso delle spose-bambine, la negazione da parte del partner all’accesso alle risorse economiche, essere escluse dalle decisioni inerenti i propri figli, la denigrazione sul posto di lavoro da parte di un superiore che abusa della sua posizione, fornire stipendi minori alle dipendenti donne dunque la demolizione della dignità femminile in ogni forma possibile che lasci o meno segni evidenti sulla pelle.

IL 25 novembre e la necessità di essere presenti e forti

Nessuna violenza è giustificata, nessun movente può discolpare chi ha fatto uso di violenza in modo vile, approfittando della debolezza o dell’impotenza della parte colpita.

La violenza sulle donne è frutto di un fallimento educativo dunque il modo migliore per combatterla è educare le nuove generazioni al rispetto reciproco senza alcuna distinzione.

IL 25 novembre e la necessità di essere presenti e forti

Al fine di realizzare tutto ciò negli anni si sono susseguite svariate attività didattiche e non tese all’approfondimento del fenomeno delle sue manifestazioni e degli strumenti di tutela. Anche quest’anno le iniziative sono molteplici, ad esempio nella nostra Sicilia il 23 novembre si è mosso un fiero corteo in piazza a Palermo formato da migliaia di donne non disposte più a tollerare alcun stereotipo o discriminazione. Sullo striscione di apertura un monito forte che fa trasparire tutta la determinazione di queste donne che vogliono dire al mondo “Siamo rivolta!”.

Alle 10 di questa giornata, all’ingresso della Camera di Commercio di Palermo ed Enna, sarà istallata una panchina rossa come simbolo contro la violenza, le disparità, gli squilibri contro le donne nel mondo del lavoro.

Nessuna donna è sola e bisogna farglielo sapere. La lotta è ancora lunga e cosparsa da innumerevoli ostacoli ma l’impegno costante paga.

Miriam Cambria V C BS

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