Isadora Duncan: la ballerina ispiratrice di pittori e scultori
Isadora Duncan, una ballerina a cui si ispirano pittori e scultori come Libero Andreotti, Romano Romanelli, Plinio Nomellini.
Le arti figurative in Italia e Isadora Duncan tra Ottocento e avanguardia adesso al Mart, il Museo di Arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto così da omaggiare attraverso le arti figurative e la fotografia, fra emozione e fascino, la madre di tutte le arti: la danza.
«Danzò la rivoluzione in breve tunichetta candida», dice Margherita Sarfatt di Isadora. Infatti, in lei la danza moderna poggia sulla danza greca come la poesia lirica su Saffo.
La sua fondamentale presenza in Italia e i rapporti con lo scultore Romano Romanelli e il pittore Plinio Nomellini, l’amicizia con la Duse sono al centro di una mostra che invita gli artisti italiani ad approcciarsi alla danza come prima esperienza creativa dell’uomo.
Isadora Duncan ed il suo movimento del corpo si fanno materia nella pittura, nel marmo, nella pietra, nel bronzo.
La mostra è un intreccio di diversi ambiti che vanno dal teatro alla musica, alla danza, alla letteratura, la cui ispirazione viene dalla semplicità dei gesti ritmici di Isadora. L’immagine simbolo di questo movimento, che Isadora riproduceva nelle sue danze, era l’onda: l’andamento su cui si muovono il suono e la luce, una linea ininterrotta che simboleggia la ciclicità e l’energia della natura, che continuamente si rigenera. Le sue idee, in una rielaborazione dei classici e delle opere di Nietzsche, e i suoi spettacoli ispirati all’Antichità e al Rinascimento, in cui si esibiva scalza, con i capelli sciolti e avvolta in veli ampi e trasparenti come una scultura ellenistica.
Grande successo in tutta Europa, intensamente, fino alla prima guerra mondiale, negli ultimi due anni di vita Isadora si divise tra Nizza e Parigi, spesso ubriaca, assistita dai pochi amici che le erano rimasti. La sera del 14 settembre 1927 un amico venne a prenderla al ristorante sulla Promenade des Anglais a Nizza, le lunghe frange della sciarpa che portava al collo s’impigliarono nei raggi di una ruota e non appena l’auto partì la strangolarono in un restringimento mortale spezzandole l’osso del collo. La fine di Isadora, tragica e spettacolare come d’ altronde la sua vita, suscitò grandissima impressione in tutto il mondo. Oggi il suo mito ritorna e ne vediamo gli effetti durevoli nelle opere che ha ispirato.
Così la danza,” immateriale” lascia la sua impronta e il suo slancio nell’arte.
Marica Genovese IV C BS