Cannistrà: centro di cultura, d’arte e civiltà tutte da scoprire
Cannistrà: Giovedì 17 ottobre 2019 alcuni studenti della scuola secondaria di 1° grado “Foscolo” e di molti altri istituti scolastici di Barcellona Pozzo di Gotto, hanno avuto l’opportunità di visitare, grazie alla seconda edizione del progetto culturale “Gita in Città” promossa dal Comune, la frazione collinare di Cannistrà. A tre chilometri dal centro città, infatti, sorge un piccolissimo borgo che ospita più o meno 280 abitanti. E’ sorprendente però come luogo così piccolo sia un centro storico, artistico e culturale di rilievo. Quando si passeggia per le sue stradine ci si accorge innanzi tutto che è un paesino molto pulito questo, anche perché tutti i primi sabato del mese gli abitanti si riuniscono e raccolgono insieme i rifiuti. Molti artisti sono passati da Cannistrà e ognuno di loro ha lasciato un segno, un dono a tutti gli abitanti e a tutta la Sicilia. Esso è infatti un borgo risalente allo scorso secolo ma molti edifici, ancora oggi esistenti, risalgono a periodi precedenti, come ad esempio il “Casale del Barone del Feudo di Lando”, chiamato così perché è affacciato sul torrente Lando, purtroppo ormai prosciugato. Si dice, anche, che il palazzo sia stato il primo insediamento moderno in paese. Anche la chiesa di San Giobbe è antichissima, parliamo del diciassettesimo secolo, del quale mantenne una struttura solida, almeno fino a quando non fu ristrutturata nel 1958 e poi abbandonata. Cannistrà è stata anche la dimora di un grande artista barcellonese, Nino Leotti, che a sua volta vi ha portato altri pittori, che sono rimasti affascinati dal panorama e lo hanno riportato su molti quadri.
Anche
gli abitanti attuali hanno però una loro storia da raccontare, poiché
anticamente le loro professioni erano basate sull’agricoltura e
sull’allevamento di bestiame. Riguardo all’artigianato, invece, più diffusi
erano il ricamo e la costruzione di ceste che servivano soprattutto nel campo
agricolo per la vendemmia e la raccolta di olive, agrumi e frutta. La fabbricazione
di queste ceste veniva effettuato con rami di olmo, ulivo selvatico e salice
selvatico, che venivano messi qualche mese prima ad essiccare e successivamente
lasciati in ammollo nell’acqua.
Cannistrà non ha quindi una storia particolarmente interessante all’apparenza,
non possiede monumenti importanti, però andare a visitarla è un modo per fare
un tuffo nel passato, allontanarsi dalla tecnologia e avvicinarsi a un mondo
totalmente diverso dal nostro, in cui è possibile potersi perdere tra le vie strette
del paese e riavvicinarsi alla cultura e ai passatempi dei nostri nonni. Grazie
perciò al progetto “Gita in città” che sta offrendo a noi ragazzi la
possibilità di scoprire luoghi spesso sconosciuti della nostra cittadina, con
le loro bellezze, la loro cultura da riscoprire e valorizzare e, perché no…. La
calorosa accoglienza di chi ci vive.
Chiara Munafò
Classe II, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.