“Giornata Mondiale dell’Alimentazione” contro lo spreco di cibo
La “Giornata Mondiale dell’Alimentazione”, come ogni anno dal 1945 si celebra il 16 ottobre, istituita dalla FAO, ramo dell’ONU che si occupa dei problemi alimentari e della denutrizione.
Il fenomeno ancora molto rilevante della cosiddetta “fame nel mondo” è provocato da uno squilibrio tra i Paesi occidentali, che hanno tantissime tonnellate di cibo a disposizione al giorno, mentre in un paese povero possiamo trovare solo qualche chilo di tutto questo. Per le popolazioni che vivono in queste zone il pane quotidiano è… la fame.
Personalmente ho visto molti documentari che trattano questo argomento e il messaggio è molto chiaro: questo fenomeno è stato determinato dalla colonizzazione da parte dei Paesi europei, che andarono in Africa alla conquista di nuove terre con la scusa di portare la loro cultura. Pian piano, però, essi consumarono tutte le materie prime, trasformando l’Africa dalla terra delle speranze al “mortuario” di oggi. Le cause di ciò sono dovute perciò al sottosviluppo del paese, ma anche allo spreco di cibo e alla superficialità che l’uomo dimostra nei confronti della fame. Per arrivare all’arretratezza delle aree in questione, però, abbiamo bisogno di capire che la ricchezza di un paese si misura grazie ai nove indici: reddito pro capite annuo, tasso di natalità e mortalità infantile, età media di vita, analfabetismo, agricoltura, alimentazione, materie prime e servizi pubblici. In base a questi nove indici possiamo dividere i paesi in 1°, 2°, 3° e 4° mondo.
I paesi detti “sottosviluppati” rientrano nel quarto mondo perché, al giorno d’oggi, hanno zero possibilità economiche. Si dice anche che nel mondo che produce vengano distrutti 300.000 tonnellate di cibo all’anno in modo da mantenere i prezzi alti. Per l’uomo tutto questo è naturale perché, pur sapendo il danno che arreca a chi non ha nulla, continua sulla sua strada. I numeri però parlano chiaro: 200 bambini sotto i 3 anni muoiono ancora oggi ogni 10 secondi, visto che sono denutriti. E i paesi interessati maggiormente al fenomeno della carenza di alimentazione sono: Ciad, Sierra Leone, Madagascar, Yemen, Zambia, Sudan e Liberia. Senza parlare poi che il 13% della popolazione mondiale rischia ogni giorno la vita visto che non si nutre.
Se prendiamo in considerazione il cibo nel mondo, quindi, possiamo descriverlo con una medaglia a due facce: da una parte l’obesità dei paesi occidentali, visto l’uso eccessivo del cibo spazzatura, e dall’altra parte la malnutrizione dei paesi poveri, che riguarda una nutrizione che non varia impedendo l’assunzione di proteine, carboidrati…. Ritengo che sia importante, perciò, l’aiuto di tante organizzazioni che cercano di portare soccorso ai diseredati, ma i popoli non possono vivere solo di aiuti umanitari o di elemosine. Si deve invece portare in queste terre la cultura del lavoro, si deve istruire la gente ad impegnarsi in tutte le attività possibili per raggiungere progresso e benessere. Recita un proverbio cinese: “Dai un pesce a un uomo e lo nutrirai per un giorno. Insegnagli a pescare e lo nutrirai per tutta la vita.”. Ecco. questa è la grande sfida che coinvolge tutti, indistintamente, in un grande progetto umanitario che è quello di sconfiggere la fame nel mondo.
Salvatore Caravello
Classe II, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.