“Il mondo è a colori”, mi disse un giorno il babbo, e io gli credetti.
Il mondo è a colori: il sole splende in cielo, la terra gira intorno al sole e su sé stessa, la luna è un satellite. Il cuore batte, il gallo canta all’ alba, tutti gli uomini sono uguali. Dio esiste ed è il creatore dell’universo infinito. DIO è amore e noi viviamo per mezzo della sua grazia. Tutto ciò è scontato per ogni uomo adesso, eppure prima non lo era: Galileo GALILEI è stato costretto a dire che aveva inventato del tutto la sua teoria dell’eliocentrismo, i primi popoli erano del tutto politeisti (SUMERI, GRECI, EGIZI, ROMANI, GERMANI), durante la seconda guerra mondiale milioni di persone sono state perseguitate perché ebree e considerava un intero popolo (i tedeschi) la propria stirpe prediletta da Dio, di livello superiore agli altri, la razza ariana. Tantissimi scienziati sono stati giudicati dagli Stati, dagli Imperi e dalla Chiesa colpevoli perché esprimevano il proprio pensiero, appuravano teorie non consentite, formulavano ipotesi innovative e/o contrastanti con l’allora modo di pensare. Insomma, sulla terra c’era e, bensì sia molto progredita, c’è tutt’ora un velo che appanna la vista, caratterizzato dalla pochezza di luce morale ed espressiva.
L’umanità non coglie la libertà eccessiva o, al contrario, insufficiente nell’ odierna società, non si occupa dei problemi approfonditamente, di squarciare il velo di ignoranza e ipocrisia che c’è, perché il sole arrivi più chiaro, più limpido e più forte, perché sul nostro mondo, dopo la tempesta, nasca l’arcobaleno.
Elena Giorgianni, 2°B “D’ Alcontres”