Il rispetto dell’ambiente: emergenza climatica ed ecosistemi a rischio
“Non bisogna far violenza alla natura, ma persuaderla”
Epicuro, gnomologio vaticano
Ambiente – ogni regione naturale ha il proprio clima e la propria diversità biologica. A queste si aggiungono gli ambienti artificiali creati dall’uomo, che, a partire dalla preistoria, ha modificato l’ambiente in relazione alle sue necessità. Ma nel tentativo di adattarsi vi ha forse introdotto trasformazioni tali da rischiare degradazioni e rotture irreversibili?
Il progresso tecnologico ed economico, non sottoposto ad un controllo ferreo e razionale, anziché diventare sinonimo di sviluppo civile si è trasformato in strumento di alterazione degli ecosistemi naturali. L’inquinamento, l’anidride carbonica prodotta con la combustione, i gas ad effetto serra, gli interventi di deforestazione, le attività agricole intensive e non sostenibili, sono tutti elementi che hanno contribuito notevolmente ad innalzare la temperatura del pianeta. Ora urge pulire il mondo prima che sia troppo tardi.
La giovanissima Greta Thunberg con tenacia e determinazione ha unito tutti i giovani da Sidney a New York, da Berlino a Genova, mostrando di essere la voce della scienza. Tutti dobbiamo essere protagonisti per fermare il surriscaldamento del pianeta e convertire l’economia nel segno della sostenibilità.
Lo slogan “No Planet B” fa riflettere sulla valutazione delle nostre scelte che oltre a “fare la differenza”, “influenzano gli ecosistemi”. Difendere la biodiversità a partire dall’agricoltura e piantare gli alberi per mitigare la temperatura non sono impossibili se crediamo che il benessere debba passare dall’investimento e dall’innovazione. Solo gesti concreti concorreranno a difendere un Pianeta che appartiene soprattutto alle generazioni che verranno nei confronti delle quali non siamo stati abbastanza responsabili.
Lucia Siragusa