Iqbal Masih, bambino simbolo contro il lavoro minorile
Iqbal Masih era un bambino pakistano, come molti altri reso in schiavitù ma diventato un simbolo della lotta contro il lavoro minorile. Era nato nel 1983 a Muridke, da una famiglia povera. A soli cinque anni fu venduto dal padre a un venditore di tappeti per pagare un debito di 12 dollari e fu costretto a lavorare in una fabbrica 12 ore al giorno, incatenato a un telaio e sottonutrito, tanto da riportare dei danni alla crescita. Iqbal ebbe le mani d’oro, così piccole da poter realizzare tappeti davvero stupendi. Proprio per questo il suo padrone non poté permettersi di perderlo e inventò errori e scuse sul suo modo di lavorare, sostenendo che il suo debito anziché diminuire fosse aumentato.
A 10 anni Iqbal riuscì a fuggire dalla fabbrica e partecipò alla celebrazione della “Giornata della Libertà”, durante la quale decise di raccontare la sua storia. Partecipò poi a numerose manifestazioni dell’organizzazione “Bonded Labour Liberation Front” e fu sostenuto da un avvocato, che lo aiutò a scrivere una lettera di dimissione e a farlo studiare in un ostello della BLLF. Dal 1993 cominciò a viaggiare e a partecipare a conferenze per sensibilizzare l’opinione pubblica sui diritti negati dei bambini resi in schiavitù in Pakistan. Nel dicembre del 1994, presso la “Northeastern University” a Boston, ricevette il premio “Reebok Human Rights Award”. Grazie al suo attivismo, le autorità pakistane presero seri provvedimenti, tra cui la chiusura di decine di fabbriche di tappeti, salvando così migliaia di bambini dalla schiavitù.
Secondo le testimonianze, un po’ incerte, Iqbal morì il 16 aprile 1995 ad Haddoquey, nel villaggio materno, ucciso da un agricoltore a seguito di una breve lite. Ma si è sospettato fortemente della “mafia dei tappeti” e sui fatti sono rimasti molti dubbi. Quel che è certo è che dopo la sua morte il tema del lavoro minorile ebbe più attenzione, rendendo il giovane pakistano il vero simbolo di tale causa. Purtroppo ancora oggi, però, lo sfruttamento dei bambini è molto presente nei Paesi svantaggiati, come in alcune regioni dell’Asia o in Africa, causato dalla povertà che porta il lavoro dei più piccoli per la sopravvivenza della famiglia.
“Nessun bambino dovrebbe impugnare mai uno strumento di lavoro. Gli unici strumenti di lavoro che un bambino dovrebbe tenere in mano sono penne e matite” sosteneva Iqbal. Ed è la sacrosanta verità.
Ilenia Scarpaci
Classe II, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.