Le ossa, lo scheletro e le articolazioni sono il nostro sostegno
Le ossa e lo scheletro: cosa ci sostiene? Come mai riusciamo a muoverci? La risposta a queste domande è semplice: siamo dotati di uno scheletro, struttura interna del nostro corpo. Esso costituisce le basi del nostro organismo poiché, coadiuvato dai muscoli, lo sostiene, lo protegge e lo abilita alle capacità motorie. L’essere umano, in assenza di un sostegno, cadrebbe afflosciandosi.
Ma cosa è realmente lo scheletro? Innanzitutto possiamo dire che è composto da 206 ossa, che si possono suddividere in tre grandi gruppi: ossa lunghe, ossa corte e ossa piatte. Un esempio di ossa lunghe possono essere la tibia o il femore, l’osso più lungo dello scheletro. Ossa corte possono essere invece le vertebre, o anche quelle del polso. Sono infine ossa piatte quelle del bacino e dell’anca. Tutte le ossa si sviluppano nell’arco di 20 anni e affinché questa crescita avvenga nel migliore dei modi, è necessario seguire una giusta ed equilibrata alimentazione.
Le ossa, infatti, devono essere rigide, e per questo hanno bisogno dei sali minerali, inoltre devono essere anche flessibili e allo stesso tempo resistenti, e perciò necessitano di osseina. Esse sono formate da due strati: quello esterno, molto compatto e duro, e quello interno, flessibile, spugnoso e ricco di vasi sanguigni. Nella cavità ossea scorre il midollo osseo, una sostanza gelatinosa che ha lo scopo di produrre globuli rossi, globuli bianchi e piastrine. Le ossa, però, possono anche spezzarsi, se sottoposte ad una forte pressione. Questo genere di incidente viene definito “frattura” e per ripararsi ha spesso bisogno di un aiuto medico. Tuttavia hanno anche un’importante capacità, quella di auto-ripararsi. Successivamente alla frattura, infatti, succede che il sangue all’interno dei vasi sanguigni, che sono stati danneggiati, si solidifica e colma lo spazio tra le due estremità della frattura. Le ossa fratturate producono il callo osseo, speciale tessuto prima molle e poi gradualmente più solido, che riparerà l’area danneggiata ricostruendola. In base alla forma e alla posizione, ciascun osso svolge poi funzioni diverse. Il cranio, per esempio, protegge il cervello, la colonna vertebrale racchiude il midollo spinale, o ancora la gabbia toracica ripara il cuore e i polmoni; il bacino, infine, è l’ospite degli organi riproduttivi.
La mobilità tra le ossa è invece dovuta alle articolazioni: giunture costituite da capsule rivestite da una sostanza alquanto morbida, la cartilagine, e lubrificate da un liquido, la sinovia. Per poter raggiungere un buon livello di mobilità articolare, si può fare ricorso allo stretching, che allunga non solo le articolazioni, ma anche i tendini ed i muscoli. A livello muscolo scheletrico aumenta dunque la flessibilità di essi, migliorando complessivamente le capacità di movimento. Questo metodo di allungamento, chiamato stretching, è importante anche per ridurre la stanchezza e il rischio di traumi alle articolazioni. In campo sportivo è infatti necessario, prima e dopo un allenamento, svolgere una adeguata dose di questa attività. Essa inoltre rallenta la calcificazione del tessuto connettivo, mantenendo in questo modo le articolazioni “giovani”, e migliora il coordinamento dei movimenti; stimola la lubrificazione articolare, attenua le malattie degenerative, riduce la pressione arteriosa, ha importanti benefici sul sistema cardiocircolatorio e respiratorio ed infine è un’ottima forma di preparazione alla contrazione muscolare. Con il passare degli anni le articolazioni perdono pian piano mobilità e solo un uso costante e regolare dello stretching può rallentare tale processo. Anche se quasi sempre viene sottovalutato, esso è al contrario un amico prezioso che non dovremmo trascurare ma coccolare per tutta la vita.
Martina Crisicelli
Classe II, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.