Le guerre sono inutili stragi senza vinti e vincitori
Le guerre, con il passare degli anni nel mondo se ne sono susseguite centinaia. In particolare, nel passato, grandi eserciti di massa si fronteggiavano da due linee opposte usando i tiri dell’artiglieria o, recentemente, i bombardamenti dell’aviazione per scompigliare le file nemiche. Come ben noto in queste guerre, le cosiddette “guerre tradizionali”, per vincere era spesso determinante la superiorità numerica e soprattutto la disciplina, che conta più del valore individuale. Ad oggi, però, si sono sempre più diffusi degli altri tipi di guerre, lontane da quelle tradizionali: le cosiddette “guerre asimmetriche”.
Questo nuovo tipo di guerra viene definito così perché uno dei due contendenti, sentendosi più debole dell’avversario, usa tattiche e strategie inusuali per sorprenderlo e annientarlo. Comunque, indipendentemente dal fatto che possa essere tradizionale o asimmetrica, la guerra porta solo morte e distruzione. Purtroppo, quando in particolar modo si parla delle guerre di oggi, però si parla anche di conflitti armati che oppongono tra di loro non solo soldati adeguatamente addestrati, ma anche pochi gruppi di persone, i terroristi, a civili inermi, privi della possibilità di difendersi. Nelle guerre asimmetriche, infatti, non conta la disciplina ma bensì la capacità di agire di sorpresa e la determinazione dei terroristi. La guerra, ad oggi, ha dunque cambiato il suo volto e il suo modo di agire ma, comunque, rimane sempre un massacro, ragione di terrore e sofferenza, causata dall’irrazionalità e dalla follia umana.
Ed è proprio a causa dell’uomo e della sua insaziabile sete di potere che, in molte parti del mondo, moltissime persone in questo momento sono costrette a vivere con la paura delle bombe e di tutto ciò che è la conseguenza di una guerra, decimate e mutilate interiormente da ragioni, spesso politiche ed economiche, che non gli appartengono, oppure costrette a combattere una guerra che rimane sempre quella di un gruppo di persone potenti che, non essendo in grado di raggiungere degli accordi pacifici per risolvere gli eventuali contrasti, ricorrono alla morte di migliaia di innocenti. La storia e la cronaca dei tanti conflitti in atto dimostrano che la guerra sembra essere connaturata ai comportamenti umani e ciascuno di noi può trasformarsi da pacifico individuo a guerriero e cominciare, dunque, a scorgere un nemico da cui difendersi laddove prima c’era solo un vicino. Questo avviene perché l’uomo non riesce a comprendere veramente che la guerra non è un qualcosa di inevitabile, in quanto le strade del dialogo e della diplomazia possono aprire le porte a moltissime alternative. L’uomo dovrebbe pertanto anche assimilare interiormente che la guerra è il male peggiore che affligge la società umana ed è fonte di dolore e patimento, uno strumento inutile che non porta mai a risolvere dei contrasti o dei problemi, ma che aspira solo al senso di vendetta, richiamando alla violenza con altra violenza, alla morte di alcune persone con quella di altre. Proprio per questo motivo in molti hanno cercato di opporsi alla guerra tramite la nobile via della pace e, tra questi, personaggi di grande importanza come Gandhi, Martin Luther King o lo stesso Papa Pio XII che, in un suo discorso, ricordò che “nulla è perduto con la pace. Tutto può essere perduto con la guerra”. Queste grandi figure della storia sono state in grado di dimostrare, pertanto, che con il metodo dell’amore universale e della non-violenza si può vincere anche la più dura delle battaglie senza ricorrere all’uso delle armi, abbattendo ogni muro e ogni forma di pregiudizio o discriminazione. Purtroppo, però, ad oggi le guerre nel mondo non si sono fermate, i conflitti non sono stati risolti e là fuori tantissime persone continuano a morire in preda al panico e alla sofferenza. Nonostante tutto il dolore e la distruzione portati da una guerra, infatti, in molti continuano a farne uso per affrontare i problemi come se non ci fossero alternative, e l’umanità sta dimostrando ora più che mai come l’ignoranza possa essere talmente forte da sovrastare anche il potere dell’amore.
Molti leader mondiali, infatti, affascinati, quasi ipnotizzati dalle false promesse di gloria e dalla ricchezza, continuano a trascinare i loro paesi nell’odio, spargendo sangue inutilmente. In realtà, per poter porre finalmente fine alla guerra, con tutte le sue sfaccettature e i suoi innumerevoli volti, bisognerebbe, oltre che prendere consapevolezze di quello che scegliere quest’alternativa possa solamente comportare, anche far fronte comune contro le scelte di determinati capi di stato o loro sostenitori che vogliono trascinare i loro paesi in un bagno di sangue, e opporsi in massa contro la scelta della guerra, perché una sola persona non basta a opporsi concretamente contro il volere di uno stato. Opporsi alla guerra significa, dunque, anche lottare per la civiltà umana e per il diritto alla vita, e soprattutto cercare di rendere a tutti noto come la via dell’amore e della pace possa essere la strada migliore da seguire, una scelta che porta all’armonia e alla serenità e non al panico e al supplizio. L’importante è ricordare che “La guerra è solo un’inutile strage” (Papa Benedetto XV) e che “la pace è il bene supremo. Dimenticarlo è una vera follia” (Papa Giovanni XXIII).
Noemi Pelleriti
Classe III, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.