Economia circolare: produzione industriale a favore dell’ambiente
Con l’espressione “Economia Circolare” si definisce un modello di organizzazione della produzione industriale che riduce i rifiuti residuali e l’inquinamento ambientale
Sostanzialmente si evidenzia una nuova modalità di produrre, scambiare e consumare che tende a minimizzare i rifiuti e, teoricamente gli sprechi.
La concreta applicazione dell’Economia Circolare determina un sistema organizzato nelle varie fasi dell’attività economica (produzione, scambio, consumo e risparmio/investimento) in modo tale da poter riutilizzare i residui in successivi cicli produttivi, alternativamente alle materie prime naturali.
Il concetto su cui si impernia il modello di Economia Circolare prevede la raccolta dei rifiuti con apposite metodologie che permettono, per quanto ciò è possibile, il riciclaggio e la successiva reintroduzione nella fase di produzione di nuovi prodotti che, quindi saranno nuovamente scambiati e consumati. I principali obiettivi sono l’estensione della vita dei prodotti, la produzione di beni di lunga durata, le attività di ricondizionamento e la riduzione dei rifiuti.
Il concetto di Economia Circolare prende spunto dai meccanismi di retroazione[1] che contraddistinguono i processi biologici degli esseri viventi e considera i sistemi economici come organismi in cui le sostanze nutrienti sono elaborate e utilizzate, per poi essere reimmesse nel ciclo produttivo sia biologico che tecnico. Da qui deriva il concetto ricorrente, nell’ambito dell’economia circolare, di “ciclo chiuso” o “rigenerativo”. “Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma” – Antoine-Laurent de Lavoisier[2]).
[1] In natura, per retroazione (in inglese feedback) si intende la capacità di un sistema di autoregolarsi, tenendo conto degli effetti scaturiti dalla modificazione delle caratteristiche del sistema stesso. Negli esseri viventi, ad esempio, i sistemi a retroazione negativa e positiva sono ampiamente utilizzati per regolare la tendenza naturale dell’organismo al raggiungimento di una relativa stabilità (omeostasi).
[2] Antoine-Laurent de Lavoisier (Parigi, 26 agosto 1743 – Parigi, 8 maggio 1794) è stato un chimico, biologo, filosofo ed economista francese. È universalmente riconosciuto come “il padre della chimica”. Le sue attività politiche ed economiche gli consentirono di finanziare la sua ricerca scientifica. Lavoisier venne però considerato coinvolto con la monarchia deposta dalla Rivoluzione Francese, accusato di tradimento, condannato a morte e ghigliottinato nel 1794.
L’approfondimento delle tematiche trattate dall’Economia Circolare può rappresentare l’inizio di un comportamento generalizzato più responsabile sia dei produttori che dei consumatori finalizzato a migliorare le condizioni ambientali del nostro pianeta (diminuzione dell’inquinamento), attraverso la valorizzazione dei rifiuti e degli scarti dei consumi, l’allungamento della vita utile dei prodotti, la sharing economy (condivisione delle risorse), l’utilizzo industriale di materie prime riciclabili, l’uso di energie rinnovabili.
Attualmente le Nazioni Unite, l’Unione Europea e gli Opinion Maker[1], tra cui la Ellen MacArthur Foundation[2], sostengono che l’Economia Circolare può creare un modello di sviluppo del genere umano completamente nuovo.
Non risulta facile stabilire quale sia la data di inizio degli approfondimenti sull’Economia Circolare, perché l’idea di ridurre gli sprechi, i rifiuti ed il conseguente inquinamento è sempre stato oggetto di studio dell’economia, tuttavia si può certamente affermare che le applicazioni pratiche di tali idee ai processi industriali moderni risalgono agli anni ’70.
Nel 1976, Walter Stahel e Genevieve Reday illustrarono l’ipotesi di un sistema di Economia Circolare, le possibilità di creazione di nuovi posti di lavoro, risparmio di risorse naturali e riduzione dei rifiuti nel rapporto presentato alla Commissione europea “The Potential for Substituting Manpower for Energy”.
Negli ultimi anni l’iper sfruttamento delle risorse di combustibili fossili, l’utilizzo massivo della plastica ed altri fattori legati all’attività industriale hanno contribuito al raggiungimento di alti livelli di inquinamento ambientale.
La percezione da parte dell’opinione pubblica globalizzata di tale problematica ed i movimenti ambientalisti[3], spingono le autorità governative a ricercare le possibili soluzioni, anche con grande attenzione ai principi dell’Economia Circolare.
L’inquinamento è un’alterazione dell’ambiente, produce disagi temporanei, patologie o danni permanenti per la vita in una data area, e può porre la zona in disequilibrio con i cicli naturali esistenti.
Per inquinamento causato dalla plastica si intende la dispersione e l’accumulo di prodotti plastici nell’ambiente causando problemi all’habitat di fauna e flora.
L’importanza e la rilevanza di questo tipo di inquinamento derivano dal basso costo di produzione della plastica e dalla sua alta durabilità nel tempo e quindi alla produzione di grandissimi quantitativi della stessa per i più svariati usi.
Nell’ambito dell’economia Circolare, le politiche di riduzione e riciclo dei materiali plastici tendono a ridurre questo tipo di inquinamento.
L’inquinamento ambientale ha sempre accompagnato gli esseri umani. Secondo un articolo del 1983 sulla rivista Science: “la fuliggine trovata sul soffitto delle caverne preistoriche fornisce ampie prove dei livelli elevati di inquinamento associati alla ventilazione inadeguata di fiamme libere”. Con secoli di anticipo sulla prima rivoluzione industriale in Inghilterra, re Edoardo I d’Inghilterra, vietò la combustione di carboni bituminosi (sea coal, o carbone di mare, era allora un costituente della sabbia di fonderia, differente dal carbone largamente utilizzato in seguito) per editto a Londra nel 1272, dopo che il loro fumo pareva essere diventato un problema.
[1]Opinion maker – Personaggio noto della cultura, del giornalismo, della politica, dello spettacolo, che direttamente o indirettamente orienta e guida i giudizi e le scelte dell’opinione pubblica.
[2] La Fondazione Ellen MacArthur, è la decima più grande fondazione privata negli Stati Uniti d’America, persegue l’obiettivo di “Sostenere le persone creative e le istituzioni impegnate a costruire un mondo più giusto, verde, e pacifico”, con sede a Chicago seleziona dei borsisti, progetto conosciuto come “Borse di genio” nelle aree: arte, cultura, comunità, sviluppo economico, media digitali, apprendimento, abitare e giustizia minorile.
[3] Greta Thunberg (Stoccolma, 3 gennaio 2003) è un’attivista svedese per lo sviluppo sostenibile e contro il cambiamento climatico. È autrice, insieme alla sua famiglia, del libro “La nostra casa è in fiamme” dove viene raccontata la sua storia e il suo impegno per la difesa dell’ambiente.
È stata la rivoluzione industriale che ha comunque dato alla luce l’inquinamento ambientale come lo conosciamo oggi.
L’emergere di grandi fabbriche e il consumo di enormi quantità di carbone e altri combustibili fossili ha dato luogo a inquinamento atmosferico senza precedenti, il grande volume di scarichi industriali chimici si è aggiunto al crescente carico di rifiuti antropici non trattati.
Secondo la definizione della Ellen MacArthur Foundation, Economia Circolare “è un termine generico per definire un’economia pensata per potersi rigenerare da sola. In un’economia circolare i flussi di materiali sono di due tipi: quelli biologici, in grado di essere reintegrati nella biosfera, e quelli tecnici, destinati ad essere rivalorizzati senza entrare nella biosfera”.
La Fondazione Ellen MacArthur nel gennaio 2012 ha pubblicato un rapporto “Verso l’economia circolare: motivazioni economiche e di business per una transizione accelerata”.
Il rapporto, elaborato dalla soc. McKinsey & Company[1], primo del genere, considera le opportunità di business ottenibili con il modello circolare, utilizzando casi di studio di prodotto ed analisi macroeconomiche, descrive la capacità di produrre benefici significativi in tutta l’Unione Europea (possibili risparmi fino a 630 miliardi di Dollari di risparmio netto entro il 2025), stimolando l’attività economica nelle aree di sviluppo del prodotto, di rigenerazione e di rinnovamento. Sono stati individuati i cinque punti cardine dell’Economia Circolare:
- ECO PROGETTAZIONE
Progettare i prodotti pensando fin da subito al loro impiego a fine vita, quindi con caratteristiche che ne permetteranno lo smontaggio o la ristrutturazione.
- MODULARITÀ E VERSATILITÀ
Dare priorità alla modularità, versatilità e adattabilità del prodotto affinché il suo uso si possa adattare al cambiamento delle condizioni esterne.
- ENERGIE RINNOVABILI
Affidarsi ad energie prodotte da fonti rinnovabili favorendo il rapido abbandono del modello energetico fondato sulle fonti fossili.
- APPROCCIO ECOSISTEMICO
Pensare in maniera olistica, avendo attenzione all’intero sistema e considerando le relazioni causa-effetto tra le diverse componenti.
- RECUPERO DEI MATERIALI
Favorire la sostituzione delle materie prime vergini con materie prime seconde provenienti da filiere di recupero che ne conservino le qualità.
L’Economia Circolare si sostanzia si sostanzia in un ripensamento complessivo e radicale rispetto al modello classico di organizzazione della produzione industriale basato sullo sfruttamento delle risorse naturali con l’obiettivo della massimizzazione dei profitti e la riduzione dei costi di produzione. Si valorizza l’efficienza produttiva, non solo per le scelte energetiche, ma anche nell’uso o riuso razionale e appropriato di tutte le risorse disponibili.
La progettazione dei prodotti finali è attuata in chiave sostenibile e circolare del prodotto (durabilità, parti modulari e scomponibili, biodegradabilità, produzione con risorse rinnovabili e non tossiche).
La gestione dei rifiuti compendia il riutilizzo mediante la produzione di biomateriali che possono essere utilizzati in nuovi cicli produttivi, sostituendo le materie prime provenienti da fonti fossili. L’Economia Circolare pone attenzione anche in tema di verifica degli impatti socio-economico-ambientali e valorizzazione dei benefici che le attività economiche possono apportare ai territori in cui si collocano ed alle comunità che coinvolgono (inclusione sociale dei soggetti in condizioni di difficoltà, disabili, etc,).
Anche l’industria dell’auto applica i principi dell’economia circolare (car sharing urbano), la multinazionale Renault-Nissan con l’impianto industriale modello di Choisy-le-Roy ricondiziona circa 60mila all’anno fra motori e altre componenti apparentemente giunti a fine vita.
[1] McKinsey & Company è una società multinazionale di consulenza strategica fondata a Chicago nel 1926 da James O. McKinsey, professore della University of Chicago, che fu tra i primi a ritenere il budgeting uno strumento manageriale.
LO STATO ATTUALE DELLA NORMATIVA EUROPEA
Il Parlamento Europeo si è largamente interessato alle idee di base dell’Economia Circolare.
La transizione verso un’economia circolare per un uso efficiente delle risorse è tra le priorità dell’agenda europea, stabilita nell’ambito della strategia Europea Horizon 2020.
Nel Settembre 2014 la Commissione Europea, in corrispondenza della prevista revisione della legislazione europea sui rifiuti, ha elaborato un pacchetto di misure che si pongono l’obiettivo di ridurre la produzione di rifiuti e di promuovere una più generale transizione verso un’economia circolare.
Tali misure sono contenute nella Comunicazione “Verso un’economia circolare: programma per un’Europa a zero rifuti” che ha stimolato l’ingresso della tematica nel dibattito pubblico europeo.
“L’economia circolare implica condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo dei materiali e prodotti esistenti il più a lungo possibile. In questo modo si estende il ciclo di vita dei prodotti, contribuendo a ridurre i rifiuti al minimo. Una volta che il prodotto ha terminato la sua funzione, i materiali di cui è composto vengono infatti reintrodotti, laddove possibile, nel ciclo economico. Così si possono continuamente riutilizzare all’interno del ciclo produttivo generando ulteriore valore”(www.europarl.europa.eu – Parlamento Europeo).
L’ECONOMIA CIRCOLARE IN ITALIA
Carte ecologiche Favini
La soc. Favini realizza la carta dai sottoprodotti dell’industria agroalimentare come agrumi, uva, ciliegie, kiwi, nocciole, mandorle, lavanda, mais, olive e caffè. Carte colorate dalla consistenza tattile particolare, realizzate nel laboratorio di Rossano Veneto dopo un complesso trattamento dei materiali di scarto impiegando elettricità idroelettrica autoprodotta.
C.R.E.A.- Centro Riuso ed Educazione Ambientale
Nel centro di Pergine Valsugana (Trentino) è possibile donare o cedere in conto vendita oggetti e materiali in buone condizioni d’uso. Questo centro diffonde la cultura del riutilizzo.
Daccapo – Centro di Ri-Uso di Capannori
Centro di raccolta solidale creato su iniziativa della Caritas e dell’associazione “Ascolta la mia voce” in cui si possono donare oggetti che non servono più o farli riparare. Attraverso un processo di trasformazione gli oggetti acquistano nuova vita e vengono reimmessi sul mercato. Presso le sedi di Lucca e Capannori si effettua la raccolta e la riparazione e un Emporio in cui si possono “acquistare” oggetti con donazioni.
Eco Sistemi S.r.l – Rovereto
Questa società si occupa di depurazione delle acque, grazie a un sistema brevettato nel 2014, che sfrutta l’aerazione naturale. Costi ridotti grazie all’impiego di materiali di scarto (i tappi di plastica delle bottiglie sono infatti l’habitat in cui far crescere il film biologico attivo). La Eco sistemi riesce a depurare le acque reflue anche da sostanze poco biodegradabili.
PROBLEMATICHE ATTUALI
Negli ultimi anni si è creata nell’opinione pubblica l’errata convinzione che l’applicazione dei principi dell’Economia Circolare possa risolvere velocemente tutte le problematiche sia ambientali che socio-occupazionali.
Per esaltare i risultati ottenibili con l’Economia Circolare è stata coniata anche la definizione di sistemi lineari, che adesso viene utilizzata per definire in senso dispregiativo tutti i modelli organizzativi che erano stati in precedenza teorizzati.
Dal punto di visto dello studioso di Economia ciò è certamente errato. Gli economisti che nei secoli precedenti avevano teorizzato dei modelli di comportamento economico (Adam Smith, Karl Marx, John Maynard Keynes, etc.), certamente non possono essere considerati i responsabili dell’attuale situazione ambientale. Tutti i modelli in precedenza teorizzati dagli economisti sono tutt’ora validissimi strumenti e fondamentale guida per lo studio della scienza economica.
Purtroppo, in passato industriali poco attenti alle conseguenze di ciò che facevano ed avventurieri senza scrupoli spinti dall’avidità hanno creato dei veri e propri disastri ambientali e socio-economici a volte spingendo intere nazioni alla fame, ciò nonostante, i tentativi di diminuire l’inquinamento ambientale sono stati fatti anche in epoche precedenti.
Certamente gli attuali sostenitori dell’Economia Circolare non possono essere considerati i primi ad impegnarsi in questo sforzo.
Pur riconoscendo la assoluta validità dei principi di “Economia Circolare”, tuttavia va sottolineato che ancora siamo molto distanti dalla loro concreta applicazione nella realtà economica attuale. Non si deve dimenticare ciò che è accaduto in passato e tentare di evitare che si ripeta.
Notevoli sono ancora le resistenze delle multinazionali del settore estrattivo e della produzione della plastica, che continuano a prosperare a volte non curandosi dei pericoli per l’ambiente e degli sprechi. Tutti i consumatori trovano certamente più semplice liberarsi dei rifiuti anziché impegnarsi nell’attività di riciclaggio che, solitamente, non porta alcun vantaggio immediato.
Attualmente sono largamente utilizzati i combustibili fossili nei trasporti sia pubblici che privati ed è necessario passare velocemente agli automezzi elettrici. Tuttavia, è probabilmente errato anche demonizzare l’uso dei combustibili fossili e della plastica, vanno create delle condizioni normative e socio-economiche che permettano un corretto utilizzo di queste risorse.
Tutti i punti cardine (ECO PROGETTAZIONE – MODULARITÀ E VERSATILITÀ – ENERGIE RINNOVABILI – APPROCCIO ECOSISTEMICO – RECUPERO DEI MATERIALI) dovranno esser applicati concretamente nei sistemi economici attualmente esistenti e la realizzazione dipende anche dall’impulso che sapranno dare le autorità governative.
Certamente non sarà impresa facile.
Si dovranno convincere imprenditori locali e multinazionali a passare dall’utilizzo di alcune materie prime all’uso di energie rinnovabili, le industrie manifatturiere (in particolar modo le raffinerie) dovranno dotarsi di sistemi di smaltimento delle emissioni inquinanti. In definitiva, le imprese dovranno sostenere degli inevitabili incrementi di costi e rinunciare a parte dei loro utili. I soggetti politici che esplicano l’attività legislativa e di controllo sullo svolgimento delle attività produttive dovranno prendere delle decisioni scomode e non subire i condizionamenti derivanti dalla necessità di raggiungere a tutti i costi il consenso elettorale.
Il vero nemico è la nostra avidità, come sempre unico ostacolo alla creazione di un mondo più giusto, solidale e meno inquinato.