La follia della guerra e le ragioni della pace.
Qualsiasi guerra è un crimine contro l’umanità. Significa morte, disperazione, distruzione e abbandono delle proprie case e città, in fuga verso stati vicini, dove rifugiarsi e cercare protezione. La storia nei vari secoli ci ha illustrato come le guerre non portano mai nulla di buono: sono sempre le classi sociali più povere a pagarne le conseguenze e, quindi, a stare male sia prima che dopo. Abbiamo infatti nei secoli assistito a bombardamenti, evoluzioni belliche, atti terroristici, che vanno sempre a discapito del popolo sottomesso. Gli uomini devono invece risolvere le questioni con la diplomazia e non con le armi. E’ da folli sacrificare vite umane del proprio popolo per ambire a degli ideali di potere e supremazia che poi portano alla morte e alla sofferenza di diverse vite. Parlare è la soluzione più semplice, mentre ricorrere alla guerra per dimostrare chi è il più forte è solo una perdita di tempo, poiché essa causerà solo danno e non aiuterà mai a risolvere i problemi o i disguidi che si sono creati. Utilizzare le armi porta infatti solo alla morte di centinaia di uomini, che potrebbero essere padri, genitori, figli e nipoti e quindi il futuro di domani.
Tutti i popoli necessitano di pace, del disarmo ed è necessaria l’accoglienza e l’assistenza di tutti i profughi e i migranti vittime della guerra. Il movimento in favore della pace deve nascere da un sentimento sentito per il pacifismo, dall’azione non violenta, da una presa di coscienza collettiva, ma soprattutto deve nascere da ogni singolo individuo.
L’idea di pace deve investire la coscienza di ogni essere umano, donne e uomini. La pace deve essere presente negli affetti, negli ambiti di lavoro, nelle istituzioni, nella scuola ogni giorno. La pace è condivisione di idee, è confronto, costruzione di progetti e speranze, di gioie e dolori, di successi e delusioni, è portare gli uni il peso degli “altri”. La pace è futuro. Perché, come disse Albert Einstein, “Non ho idea di quali armi serviranno per combattere la terza Guerra Mondiale, ma la quarta sarà combattuta coi bastoni e con le pietre”.
Giulia Anania
Classe III, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.