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Storia della gabbianella e del gatto che le insegnò a volare

Ci troviamo oggi a vivere una realtà composta da una moltitudine culturale che solo qualche decennio fa era impensabile!

Culture e tradizioni si mescolano tra loro e danno vita a nuove generazioni. È fondamentale insegnare ai più piccoli i semplici valori, quali rispetto e cordialità al fine ultimo di riuscire a convivere con tante diversità nel modo migliore possibile.

Spiegarlo con le stesse modalità con cui lo si farebbe ad un adulto quasi sicuramente non otterrà il risultato desiderato: il bambino si troverebbe solo ad ascoltare una serie di frasi di cui non comprenderebbe bene tutto oppure potrebbe travisare o intendere male gli insegnamenti che vengono dati.

Storia della gabbianella e del gatto che le insegnò a volare

Ci sono pertanto modi molto più semplici e al contempo efficaci e diretti per trasmettere messaggi ai bambini: i cartoni e i libri. Uno tra questi, che riporta alla memoria anche l’infanzia dei più grandi, è Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare di Luis Sepúlveda.

Lo scrittore cileno narra una storia, ma ne fa un inno alla diversità e all’amore.

Per chi non lo conoscesse e avesse piacere ad immergersi in un racconto dove la forza d’animo e di volontà riescono ad abbattere qualsiasi difficoltà, eccone una breve sintesi: una gabbiana di nome Kengah si tuffò nel mare del Nord in cerca di cibo, tuttavia si rende conto, solo dopo essere ritornata a galla, di essere rimasta sola, imprigionata in una macchia di petrolio. Con fatica riesce a liberarsi e spiccare il volo prima che il petrolio penetri nei pori tarpandogli le ali. Raggiunge Amburgo, dove precipita quasi in fin di vita su un balcone di una casa dove incontra un gatto nero grande e grosso: Zorba. Decide in fiducia di affidare a Zorba il suo uovo, e questo le promette di prendersi cura del nascituro e di insegnarli successivamente a volare.  Nonostante la richiesta sia apparentemente impossibile sembra pian piano realizzarsi grazie al gatto e ad i suoi amici Diderot, Colonnello e Segretario che si prendono cura di Fortuna, la piccola gabbianella. Nonostante l’affetto e la dedizione della sgangherata famigliola, resta solo un’ultima missione da compiere: insegnare a Fortuna a volare ma hanno bisogno di qualcuno che sia in grado di dargli una mano. Decidono di chiedere aiuto, infrangendo un tabù, ad un uomo, un poeta dall’animo nobile e sensibile che riesce a comprendere la loro richiesta.

Sembra banale, una storia per intrattenere i bambini appunto ma dietro nasconde tanti messaggi e temi importanti: in primis, il doppio volto dell’uomo, il quale è il responsabile dell’inquinamento –e quindi della morte di Kengah- ma è anche in grado di cambiare gli avvenimenti in meglio se si è sensibilizzati sul rapporto simbiotico con l’ambiente circostante. Troviamo poi il tema della diversità rappresentato dalla contrapposizione del rapporto gabbianella-gatto, un rapporto non usuale per i nostri canoni, ma nulla ci dice che tale rapporto sia sbagliato, infatti Zorba e i suoi amici crescono la piccola gabbianella in tutta serenità cercando di non farle mancare nulla anzi, sono pronti ad infrangere le regole al fine di aiutare qualcuno a cui vogliono bene. Da qui sorge la tematica familiare: una famiglia è tale se tra i componenti di quest’ultima, i quali non devono essere necessariamente legati da legami di sangue, c’è amore e rispetto reciproco.

Testi e argomentazioni, all’apparenza basati sull’importanza della comunicazione e condivisione, possono aiutare a diffondere messaggi validi e importanti.

Miriam Cambria IV C BS

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