Lia Levi: indimenticabile ed emozionante incontro
Lia Levi, martedì 28 maggio 2019, presso il Museo Didattico della scuola secondaria di primo grado “Foscolo”, si è tenuto un incontro con la scrittrice per commentare insieme il suo libro intitolato “Una bambina e basta”. Tutti gli alunni coinvolti nel progetto di lettura, svoltosi nel corso dell’anno, hanno presentato dei bellissimi lavori, esposto le loro riflessioni e si sono confrontati con la scrittrice, la quale ha risposto chiaramente a tutte le domande poste. In realtà possiamo dire che, più che un “incontro”, è stata una bellissima occasione.
Non capita tutti i giorni di poter essere faccia a faccia con chi ha dovuto subire, tacendo, le atroci cattiverie che venivano imposte dai nazisti agli uomini e alle donne di religione ebraica. Se fossi stata io, al suo posto, non avrei resistito un solo giorno a quella carneficina, al dolore di essere separata dalla mia famiglia e strappata dai miei affetti più cari e dalla mia casa… Lia non è solo una sopravvissuta del periodo della seconda guerra mondiale… E’ stata anche una bambina che ha avuto un’infanzia molto difficile, poichè il padre perse il lavoro e si dovettero trasferire quando era piccola, la zia con cui viveva venne arrestata perché accusata di essere una spia e infine lei fu costretta a rifugiarsi in un collegio di suore, dove poi la madre la raggiunse. Lia però fu anche una bambina che visse un rapporto contrastato con quest’ultima, soprattutto perchè non accettava l’idea che potesse abbracciare la fede cattolica solo perché più conveniente e meno pericolosa. Ma era una forma di protezione e solamente alla fine della guerra la mamma potrà spiegarle che ogni senso di diversità non aveva motivo, perchè lei era “una bambina… una bambina e basta!”.
Questo libro non è semplicemente un racconto, un romanzo: è la testimonianza della sofferenza inflitta a uomini, donne e bambini da altri uomini assetati dal potere e odio, sentimenti che purtroppo persistono ancora nella mente e nel cuore di molti. Non lasciamoci però ingannare, perchè quello che è successo tanto tempo fa potrebbe ripetersi e siamo noi, nuova generazione, che dobbiamo impedirlo con i nostri comportamenti. Alla domanda di cosa ha provato quando gli Alleati li hanno liberati, Lia Levi ha risposto ai ragazzi presenti che il dolore di quei momenti non è mai passato, ma conservato nel cassetto della memoria.
Credo che da ora in poi, ogni qualvolta leggerò un libro di Lia Levi o sentirò parlare di questo triste momento della storia italiana, le sue parole mi risuoneranno per sempre nella mente, perché la guerra non porta la pace ma la pace si crea dal cuore che ogni uomo ha dentro di sé e dalla memoria di ciò che è accaduto.
Greta Coppolino
Classe I, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.