Gita a Siracusa, dal diario di un alunno la giornata trascorsa
Gita scolastica venerdì, 10 maggio 2019 per alcune classi dell’Istituto Comprensivo” Militi” di Barcellona P.G. che si sono recati a Siracusa visitare l’area archeologica della città.
Santi Pio Torre, un alunno della classe V A della scuola primaria di Nasari, ha raccontato l’esperienza della gita in un’originale pagina di diario.
Caro diario,
il venerdì scorso si è svolta la gita a Siracusa con la mia classe. La partenza era prevista alle 6,45, quindi la sera precedente mamma, per far sì che mi svegliassi presto, ha puntato la sveglia alle 5,30, quindi mi sono messo a letto. Il mattino seguente, “’nto megghiu sonnu” sento: “Driinn! Driinn!”. Sentendo il rumore mi sono svegliato di colpo, dicendo: “E finì di dormiri!”. Stranamente in casa c’era un silenzio di tomba, perché mio fratello stava ancora dormendo, infatti tra me e me stavo pensando: “Ma sono in un’altra casa?”. Bando alle ciance… mia madre ha preparato lo zaino con tanto di biscotti e panini, siamo saliti in macchina e ci siamo avviati verso il Monumento dei Caduti, dove ci aspettava il nostro autobus. Salito sul pullman, mi sono seduto in fondo, accanto al mio migliore amico Gioele.
Il viaggio è stato lungo, ma non molto monotono, perché abbiamo cantato e ascoltato le canzoni della nostra recita. Finalmente siamo giunti a Siracusa, dove ad accoglierci c’era una guida, che ci ha spiegato molte cose, come ad esempio che il nome Siracusa significa “ricca di sorgenti d’acqua” e che i primi popoli a conquistare la Sicilia furono i Siculi, i Sicani e gli Elimi. Una cosa che non sapevo e che mi ha fatto rimanere di stucco è stata che Siracusa aveva una cinta di mura più lunghe di quelle costruite dai Romani. Inoltre altra cosa molto importante che ho appreso è stata quella che i Romani usavano la Sicilia come un granaio! Infatti nello stemma della Sicilia c’è proprio una spiga di grano. Quando la guida ha finito di spiegare, ci siamo incamminati verso il Teatro Greco e arrivati a destinazione, c’era un caldo allucinante! D’altronde siamo in Sicilia e siamo vicinissimi all’Africa! Bando alle ciance, la guida ci ha spiegato che l’origine del teatro si deve ai Greci, che pensavano facesse divertire gli dei, poi il teatro fu utilizzato dai Romani come anfiteatro. Devi sapere, caro diario, che nei teatri si svolgevano le commedie e le tragedie, invece nell’anfiteatro si svolgevano i combattimenti (almeno così mi ricordo).
In seguito siamo andati a visitare delle grotte dove un tempo venivano seppelliti i morti e accanto ad esse c’era una bella cascata. Dopo avere ammirato il panorama mozzafiato che si godeva da quella posizione, ci siamo recati all’Orecchio di Dionisio (non il dio greco!), il tiranno di Siracusa.
Una leggenda narra che lui poteva sentire i prigionieri bisbigliare all’interno di questa enorme grotta a forma di orecchio. Siamo entrati dentro e ho notato che anche se tu parli pianissimo, si sente l’eco: una cosa strabiliante! Per concludere in bellezza il nostro giro mattutino, abbiamo visitato l’Anfiteatro Romano, di forma ovale, dove i gladiatori o per lo più i poveri schiavi, dovevano combattere contro le belve feroci. A questo punto siamo risaliti sul pullman e dopo dieci minuti di strada circa, ci siamo fermati a un ristorante accogliente, dove ho mangiato benissimo.
Dopo esserci riempiti la pancia, ci siamo avviati verso il Tecnoparco di Archimede, dove, al suo interno, c’erano: la prima ballista della storia (di cui “naturalmente” non ricordo il nome), la più antica balestra e la prima mitragliatrice, detta “lo scorpione”. Prima di andare via, tutti noi abbiamo insistito per provare un gioco di Archimede, una specie di tangram, alla fine dopo circa un quarto d’ora, abbiamo risolto l’enigma: evviva! E così ci siamo avviati verso il pullman. Appena mi sono seduto ho dormito per almeno un’ora: un fatto straordinario per me! Alla fine della gita ho ringraziato l’autista e sono tornato a casa distrutto.
Io spero di averti fatto venire la curiosità di andare a Siracusa e di non averti annoiato. Ciao, ciao! Alla prossima!