Ricordare è triste, ma è indispensabile e necessario
Ricordare: giovedì 23 maggio 2019, come è ormai consuetudine da diversi anni, una cinquantina di alunni della scuola secondaria di primo “Foscolo” di Barcellona Pozzo di Gotto hanno partecipato al corteo dedicato al 27° anniversario della morte di Giovanni Falcone e a tutti coloro che sono stati uccisi dalla mafia.
E’ stato quindi ricordato anche Paolo Borsellino, morto il 19 luglio del 1992, e a partecipare sono stati oltre 70.000 studenti provenienti da tutta Italia per ricordare la strage di Capaci e di Via D’Amelio. Alle ore 18 del giorno precedente era infatti salpata da Civitavecchia la nave con circa 1.500 giovani diretti verso Palermo e a questi si sono aggiunti tutti i ragazzi siciliani provenienti da ogni città dell’isola per celebrare una giornata dolorosa ma necessaria. La mafia, infatti, nel passato ma anche nel presente, ha sempre cercato di facilitarsi le proprie azioni future togliendosi in più occasioni di mezzo ostacoli che ricordiamo tutti i giorni come eroi, in particolare Paolo Borsellino e Giovanni Falcone. Abbiamo quindi il dovere di ricordare gli attentati di Capaci e di Via D’Amelio che hanno ucciso uomini in grado di sfidare la mafia pur consapevoli del pericolo che correvano e che hanno sacrificato la loro vita per salvarne altre. La “strage di Capaci” è stato il primo attentato terroristico-mafioso che ha sconvolto l’Italia per la sua potenza, quella che appunto volevano dimostrare Totò Riina e Giovanni Brusca che l’hanno organizzata e messa in atto, una strage che ha ucciso cinque persone, tra cui Giovanni Falcone, sua moglie, Francesca Morvillo e alcuni agenti della scorta: Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, causando inoltre 23 feriti. Accadde sull’autostrada A29 che collegava Palermo all’aeroporto di Capaci, dove Brusca azionò l’esplosivo. Nella strage di Via D’Amelio, invece, appena 57 giorni dopo, il 19 luglio, sono morti Paolo Borsellino e la sua scorta: Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Il giudice Borsellino si era recato a visitare la madre nella sua abitazione in Via D’Amelio, accompagnato come sempre dalla scorta. L’unico sopravvissuto, Antonino Vulli, racconta che il magistrato era sceso dall’auto insieme agli altri agenti e che lui stava facendo manovra per parcheggiare. “Improvvisamente è stato l’inferno”, testimonia Vulli. Le persone accorse ad aiutare hanno descritto un paesaggio cruento e spaventoso, teatro di disperazione e paura.
La manifestazione del 23 maggio 2019, intitolata anche quest’anno #PALERMOCHIAMAITALIA e promossa dalla “Fondazione Falcone”, è stata come sempre lunga e particolare. Durante la mattina, infatti, per gli studenti arrivati a Palermo da ogni parte, oltre che l’incontro dentro l’Aula Bunker dell’Ucciardone dove si svolgono le commemorazioni ufficiali con le massime autorità dello Stato, è stato organizzato in Piazza Magione, quartiere di nascita di Falcone e Borsellino, un concerto all’insegna della legalità e del messaggio di speranza che si affida ai giovani per il futuro. Sul palco erano presenti molti cantanti, da quelli più conosciuti a quelli meno, che sono riusciti a coinvolgere e divertire tutti, dai più piccoli ai più grandi. Nel pomeriggio invece è iniziato il doppio corteo: uno è partito alle 16:00 dalla Via D’Amelio, mentre l’altro è partito alle 15:30 dall’Aula Bunker. I due gruppi si sono poi riuniti come sempre alle ore 17:58 davanti all’”Albero di Falcone”, in via Notarbartolo, per il minuto di silenzio, subito dopo il quale è stato cantato l’inno d’Italia e ha avuto inizio un altro spettacolo.
Noi ragazzi della scuola “Foscolo”, che abbiamo vissuto per la prima volta questa esperienza, abbiamo apprezzato molto l’idea di ricordare e dedicare un’intera giornata a Falcone, Borsellino e tutti gli altri agenti che erano con loro, ricordando che per la nostra società sono stati degli eroi, fermando le azioni mafiose che avrebbero ucciso più persone innocenti, pagando con la loro vita. La giornata, secondo noi, è stata particolarmente interessante, organizzata alla grande e ci siamo divertiti molto. In piazza Magione abbiamo anche avuto l’onore di incontrare don Luigi Ciotti, il fondatore dell’associazione antimafia “Libera” e fare una foto con lui. La camminata per il corteo invece è stata lunga perchè questo scorre davanti ad altri luoghi simbolo che ricordano Boris Giuliano e il giudice Rocco Chinnici, ma ci ha coinvolti molto cantare canzoni aderenti all’argomento, come “Pensa” di Fabrizio Moro e “Cento Passi” dei Modena City Ramblers, che ci hanno alleggerito la fatica e aiutato a riflettere. Una giornata veramente da rivivere ogni anno.
Chiara Munafò e Chiara Palella
Classe I, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.