23 maggio 1992…”avete chiuso 5 bocche ne avete aperto 50 milioni”
23 maggio 1992 … Sull’autostrada Palermo-Punta Raisi, nei pressi di Capaci una carica di esplosivo uccide il magistrato Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo, e gli uomini della scorta Rocco Dicillo, Antonino Montinaro e Vito Schifani. Si apre la lunga sfida tra mafia e stato… Falcone, miracolosamente scampato ad un attentato il 20 giugno 1989 presso la sua villa, sa di essere condannato e di non poter contare sull’appoggio o la protezione del potere politico, ma continua eroicamente il suo lavoro…
La figura di Giovanni Falcone rappresenta un pilastro fondamentale nella lotta alla mafia e più in generale un esempio di fiducia e dedizione. Per questo bisogna ricordare e conoscere questo UOMO.
Nato a Palermo il 18 maggio 1939, Giovanni Falcone si laurea in Giurisprudenza nel 1961 e diventa magistrato nel 1964. Nel 1979 viene impegnato come Giudice Istruttore.
L’eco degli omicidi, delle faide che insanguinano la città, lo raggiungono a Palazzo di Giustizia e consolidano il suo impegno a combattere il crimine organizzato. Quando il Consigliere Rocco Chinnici gli affida l’inchiesta sul mafioso Rosario Spatola, il progetto di Giovanni Falcone è quello di arrivare ad una conoscenza dettagliata del fenomeno mafioso che permetta di estirpare Cosa Nostra.
La reazione della mafia, che avverte un pesante pericolo per la propria sopravvivenza, è spietata: il 30 aprile 1982 viene assassinato il deputato comunista Pio La Torre il 3 settembre dello stesso anno i sicari uccidono il Generale dei Carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa. Il 29 luglio 1983 muore in un agguato anche Rocco Chinnici. Gli ostacoli a cui è sottoposto l’antimafia sono difficilmente sostenibili.
Il lavoro dei giudici riprende però con nuovo slancio ed affiatamento all’arrivo di Antonino Caponnetto, che subentra a Chinnici e inoltre ripropone a Palermo una strategia già efficace contro il terrorismo: la creazione di un pool di magistrati dedicati esclusivamente alla lotta contro la mafia. Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Giuseppe Di Lello e Leonardo Guarnotta possono concentrarsi nelle indagini più importanti. Il processo che inizia il 10 febbraio 1986 a Palermo nell’aula bunker del carcere dell’Ucciardone è la più grande ed ambiziosa operazione giudiziaria condotta contro il sistema mafioso nel suo complesso…23 maggio 1992.
A distanza di molti anni il 23 maggio oltre che un giorno di lutto e di dolore è anche un giorno di lotta, per portare avanti le idee giuste, di uomini e donne che sono morti per la mafia, perché soltanto una rivoluzione consente di vincere la battaglia contro la criminalità organizzata.
Ogni anno oltre 70 mila gli studenti partecipano alla manifestazione #PalermoChiamaItalia per dire in coro “no a tutte le mafie” e per ricordare le stragi di Capaci e via d’Amelio. A 27 anni di distanza, continuiamo a ricordare questi uomini, eroi del nostro Stato perché la loro testimonianza e il loro sacrificio non vadano perduti, perché i giovani sappiano costruire una comunità giusta e soprattutto senza pregiudizi. Le celebrazioni istituzionali che ricordano il 23 maggio 1992 si terranno come ogni anno nell’Aula bunker dell’Ucciardone, luogo simbolo del Maxiprocesso. Sono previste attività nelle piazze e nelle scuole della città. Nel pomeriggio partiranno i due tradizionali cortei pieni di giovani.
Ricordiamoci di ricordare… perché
” Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini ”
– Giovanni Falcone
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