Antisemitismo in una scuola di Ferrara “Il dovere di non dimenticare”
Antisemitismo e bullismo, terribile episodio che si è verificato qualche settimana fa, a Ferrara, in una scuola media: un ragazzino è stato aggredito in ragione della sua “appartenenza” alla religione ebraica.
L’episodio, come ha riportato il giornale “Il Resto del Carlino”, si è verificato negli spogliatoi della palestra, dove un gruppo di ragazzi si è rivolto al compagno con le seguenti parole: “Quando saremo grandi faremo riaprire Auschwitz e vi ficcheremo tutti nei forni, ebrei di…”.
Il ragazzino è stato preso per il collo, è stato insultato ed umiliato senza aver nessuna colpa. La rappresentante di classe ha denunciato subito il fatto, su richiesta della mamma dello studente, perché ha colto in quella frase agghiacciante il seme preoccupante dell’odio. La dirigente scolastica è stata informata tempestivamente, la quale ha inviato una relazione scritta all’Ufficio Scolastico territoriale. Da quanto emerso gli atti di bullismo andavano avanti da qualche tempo, prima solo come offese verbali, poi come vere e proprie aggressioni fisiche.
Il principale aggressore, un bambino di undici anni, si è scusato, con tanto di promessa a non compiere più tali gesti.
Il Ministro dell’Istruzione, Massimo Bussetti, è intervenuto pronunciando le seguenti parole:
“La scuola è e deve essere luogo di solidarietà, di inclusione, di accoglienza, di condivisione, di pace. Non sono tollerabili atti di antisemitismo e di razzismo. Per questo, ho attivato subito il nostro Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia Romagna chiedendo di approfondire il caso emerso in una scuola di Ferrara e di fornire ogni supporto necessario affinché non si ripeta nulla di simile in futuro”.
Questo episodio di antisemitismo ha avuto una risonanza nazionale e per noi studenti è stato un invito alla riflessione in classe.
Ci siamo chiesti perché un ragazzino delle scuole medie, di religione ebraica, dev’essere, ancora oggi, vittima di minacce e offese gratuite?
Cosa respiriamo nell’aria attraverso i social? Odio, violenza? Mancanza di valori? Mancanza di umanità?
Tutto ciò è intollerabile, soprattutto se conosciamo e sappiamo cosa è stata la Shoah.
Ogni anno, con la nostra prof.ssa di Lettere, svolgiamo diverse attività (letture, produzione di testi, di poesie e disegni, visione di documentari, etc…) dedicate alla Giornata della Memoria, per ricordare ciò che è stato, affinché non si ripeta più.
Nonostante il 27 gennaio sia trascorso da un bel po’, in seguito all’episodio di “bullismo antisemita”, avvenuto nella scuola di Ferrara il 16 aprile scorso, abbiamo avvertito l’esigenza di realizzare un cortometraggio dal titolo:
“Il dovere di non dimenticare”
Attraverso un laboratorio di drammatizzazione, svolto in classe in orario curricolare, ovvero attraverso la trasposizione scenica di una delle pagine più tristi della storia dell’umanità, ci siamo sentiti in “dovere di non dimenticare” e di rivivere alcuni di quei tragici momenti che hanno vissuto tantissimi ragazzi della nostra ètà, perché come disse il grande Primo Levi:
«Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre!».
Primo Levi
Le parole di Primo Levi sono molto attuali e, come esse suggeriscono, anche in periodi di relativa tranquillità, non dobbiamo mai abbassare la guardia.
Il dramma della Shoah non dev’essere dimenticato dalle nuove generazioni perché è solo partendo dal passato che si inizia a costruire il futuro.
Mai dimenticare ciò che è stato, affinché il valore della memoria sia il punto di partenza per un’umanità migliore libera da ogni pregiudizio razziale.
Erika Crisafulli
Classe 3^A
IC Primo Milazzo
Scuola Secondaria di primo grado “Giuseppe Garibaldi”