Il pellegrinaggio dei popoli tra passato e presente
Il pellegrinaggio è una consuetudine che i popoli dai tempi antichi hanno sempre praticato e concerne nell’affrontare un lungo viaggio per pregare nei luoghi ritenuti sacri dalle varie religioni. I partecipanti sono i pellegrini, cioè i fedeli che con il viaggio cercano di espiare i peccati oppure chiedono una grazia. Il pellegrinaggio ebbe l’apice intorno all’anno Mille e precisamente l’idea partì nel medioevo, visto che molti fedeli cercavano nella preghiera il conforto in quei secoli bui e di guerre, ma soprattutto la Chiesa non era un esempio perché corrotta.
Tutti i cristiani sentirono il bisogno di visitare i luoghi dove Gesù aveva predicato la pace e l’amore. Inizialmente le mete erano Roma, la culla della cristianità, ma soprattutto la Terrasanta; a seguire Santiago de Compostela.
Santiago de Compostela in Spagna perché era una delle principali strade del pellegrinaggio (la via Francigena) e transitavano molti gruppi grazie ai fedeli provenienti da paesi molto diversi tra loro. Inoltre la leggenda vuole che a Santiago De Compostela vi fosse sepolto l’apostolo Giacomo il Maggiore. Ma i pellegrini non avevano tutti buoni propositi e spesso lo spirito del cristiano lasciava spazio a saccheggi e scorrerie. Anche gli stessi fedeli correvano pericoli nell’affrontare viaggi che duravano mesi e per questo motivo le tensioni aumentarono.
La Chiesa spinse poi il popolo a praticare il pellegrinaggio in Terrasanta per liberare il Santo Sepolcro occupato dai Turchi grazie al quale i pellegrini potevano ottenere indulgenze, i cui vantaggi non erano immediati, ma destinati all’aldilà. Un’indulgenza consentiva infatti alle anime dei defunti di trascorrere meno tempo nell’espiazione dei propri peccati. Nonostante siano trascorsi tanti secoli ancora oggi vi sono tantissimi Santuari, centri di cristianità, che richiamano i pellegrini oggi come allora e a ciò si aggiunge un turismo religioso che fa talvolta prevalere più l’aspetto economico e poco quello sacro.
In Sicilia, precisamente nella provincia di Messina, un pellegrinaggio molto importante è quello del Tindari, una cittadina che si affaccia sul Tirreno, dove situato su un promontorio vi è il famoso santuario della Madonna Nera. La leggenda narra che una donna, venuta ad adorare la Vergine, rimane delusa alla vista del suo colorito scuro. “Sono venuta da lontano per vedere una più brutta di me!”, esclama.
La sua bimba, che tiene nelle braccia, precipita dall’alto del monte ma, grazie al miracolo della Madonna per cui le acque del mare si ritirano lasciando una soffice sabbia, riesce a salvarsi dal mare. A testimonianza del miracolo avvenuto, la spiaggia di Tindari si mostra oggi con la forma della Madonna che con le braccia accoglie la bimba precipitata. La celebrazione annuale in onore della Madonna Nera culmina nella processione del 7 settembre. Ogni anno, nella prima settimana di settembre, le strade della provincia di Messina sono invece percorse da migliaia di fedeli che a piedi si recano al Santuario. E’ bello vedere la gente che, mentre cammina, prega e intona canti religiosi. Poichè di percorre il cammino di notte per evitare il caldo, l’arrivo è alle 6 del mattino del 7 di settembre e i pellegrini riempiono tutta le grandi navate del Santuario aspettando la celebrazione della messa e i festeggiamenti con la processione in onore della Vergine.
Ma il pellegrinaggio più suggestivo riguarda comunque ancora oggi l’itinerario di Santiago de Compostela in Spagna. Vi sono tante strade che portano a Santiago: dal “cammino francese” a quello olandese, inglese, tedesco… Il viaggio dura qualche mese ed è facile quindi trovare sul Cammino persone di ogni nazionalità, ben oltre quelle europee. Anche la simbologia è molto importante e ogni pellegrino deve avere una conchiglia, un bastone ed una croce, che servono per affrontare il lungo viaggio. Questo pellegrinaggio è diventato un fenomeno europeo, tanto che è stato dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità.
Io non ho mai provato l’esperienza del pellegrinaggio ma, da come mi è stato spiegato, penso che sia decisamente molto stancante. Sicuramente chi vuole fare un simile percorso deve essere molto motivato a livello spirituale, ma per me che sono piccola lo vedo come un momento di divertimento più che di fede. Chi affronta un cammino simile spesso lo fa perché è stato colpito da dolori che ne hanno messo a dura prova la vita come malattie, morti… oppure perché i fedeli hanno ricevuto delle grazie. In ogni caso la fede diventa per molti credenti una speranza per continuare a vivere affrontando giornalmente quello che il buon Dio ci riserva.
Chiara Palella
Classe I, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.