I pappagalli verso una progressiva estinzione, salviamoli
I pappagalli sono animali esotici che vivono principalmente nei paesi caldi, come il cenerino, il cocorito e molti altri. Dal 2001 otto specie di questi uccelli si sono progressivamente estinte: di tre sono morti tutti gli esemplari, delle restanti cinque ce ne sono solo in cattività e non si può escludere con assoluta certezza che ne resti qualcuno. È la conclusione di un’analisi statistica realizzata da “BirdLife International“, la più importante organizzazione internazionale che si occupa di salvaguardare questi animali. Tra le specie estinte in natura e quelle di cui restano solo esemplari in cattività c’è anche l’”Ara di Spix”, cioè la specie a cui appartengono Blu e Gioiel, gli uccelli protagonisti del film di animazione “Rio”.
Non è facile stabilire con certezza se una specie animale molto rara si sia estinta o meno. Per molti anni, dopo l’ultimo avvistamento sicuro di un esemplare, gli scienziati non possono infatti escludere che ce ne siano altri, magari solo molto difficili da vedere, e dunque usano molte cautele prima di dichiarare una specie “probabilmente estinta” o “estinta”.
La ricerca sul problema citata prima ha anche spiegato che non bisogna avere fretta a dichiarare una specie estinta, perché facendolo si abbandonano anche i tentativi di preservarne l’habitat allo scopo di scongiurarne la scomparsa. Al tempo stesso però bisogna riconoscere quando non c’è più nulla da fare, in modo da usare le risorse economiche disponibili per la salvaguardia della natura per occuparsi di altre specie per cui ci sono più speranze. Oggi più di 26.000 specie animali sono a rischio di estinzione, secondo la “Lista rossa”, e per questo gli scienziati ritengono che le conseguenze delle attività umane stiano portando a una sesta grande estinzione, considerato che la quinta è quella in cui sono spartiti i dinosauri. I pappagalli, del resto, sono animali molto ricercati dall’uomo non solo per la vendita quanto per l’utilizzo del loro piumaggio per la creazione dei droni. Ancora una volta, quindi, l’essere umano si rende colpevole delle modifiche apportate al pianeta e al suo delicato equilibrio.
Vincenzo Crinò
Classe III, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.