Superga:70 anni dalla tragedia del “Grande Torino”
Superga, sono trascorsi 70 anni dall’incidente aereo del 4 maggio 1949, quando alle ore 17:05 l’aereo trimotore I-Elce, di ritorno da Lisbona, si schiantò contro il muraglione del terra piano superiore della Basilica, sulla collina torinese.
La tragedia si consumò per via del maltempo, in quanto nel momento dello schianto le condizioni meteo vedevano pioggia e nebbia. Per anni si è cercato di comprendere le esatte cause che hanno portato l’aereo fuori rotta. A seguito di recenti indagini è emersa la possibilità che l’altimetro si fosse bloccato sui 2000 metri e quindi inducesse i piloti a credere di essere a tale quota, mentre erano a soli 600 metri dal suolo.
Il velivolo trasportava l’intera squadra di calcio del Torino, un team in quel periodo di invincibili etichettato come il “Grande Torino”. Le vittime furono 31, in sostanza venne azzerata un’intera squadra di calcio ed anche tanti giocatori della Nazionale Italiana, che provenivano proprio dal Torino.
La tragedia non è morire, ma dimenticare. Questo è lo slogan, perché ci sono dolori così profondi che vanno oltre lo sport, i colori e le divisioni da tifoseria. L’aereo stava riportando a casa la squadra da Lisbona, dove aveva disputato un incontro amichevole contro il Benfica. Nell’incidente perse la vita l’intera squadra del Torino, vincitrice di cinque scudetti consecutivi e che costituiva la quasi totalità della Nazionale italiana. Morirono anche i dirigenti della squadra e gli accompagnatori, l’equipaggio e tre noti giornalisti sportivi italiani. Il compito di identificare le salme fu affidato all’ex commissario tecnico della Nazionale Vittorio Pozzo, che aveva trapiantato quasi tutto il Torino in Nazionale. Lo spezzino Sauro Tomà, infortunato al menisco, non prese parte alla trasferta portoghese; non presero quel volo neanche il portiere di riserva Renato Gandolfi, il radiocronista Nicolò Carosio, Luigi Giuliano e l’ex C.T. della Nazionale nonché giornalista Vittorio Pozzo.
Il Torino fu proclamato vincitore del campionato a tavolino e gli avversari di turno, così come lo stesso Torino, schierarono le formazioni giovanili nelle restanti quattro partite.
ll giorno dei funerali quasi un milione di persone scese in piazza a Torino per dare l’ultimo saluto ai giocatori. Lo shock fu tale che l’anno seguente la nazionale si recò ai Mondiali in Brasile viaggiando in nave.
Gli eroi sono sempre immortali agli occhi di chi in essi crede. E così i ragazzi crederanno che il Torino non è morto: “è soltanto in trasferta“. Nell’anniversario della tragedia di Superga il Torino utilizza le parole di Indro Montanelli per rendere omaggio a Valentino Mazzola e compagni. Sono tanti i giocatori, di ieri e di oggi, che sui social rivolgono un pensiero a capitan Mazzola e compagni. “Forse era troppo meravigliosa questa squadra perché invecchiasse. Forse il destino voleva arrestarla nel culmine della sua bellezza”, scrive il granata Daniele Baselli. “Tutte le volte che vengo qui, tutte le volte che sono a Superga ho i brividi.
Io personalmente diverse volte mi sono recato presso la Basilica di Superga, nota per una bellissima vista panoramica sull’incantevole città di Torino. Lateralmente alla Basilica si può notare un emozionante percorso dedicato ai giocatori del Torino caduti in quella terribile tragedia. Costituito da piccoli souvenir: sciarpe, palloni da calcio, gagliardetti, striscioni ecc., lasciati dai tifosi provenienti da tutto il mondo recatisi in visita alla Basilica e al monumento dedicato alla tragedia.
Giuseppe Conte 3°C/BS