Politica: è un nostro dovere civico la partecipazione attiva
Interessarsi alla politica è necessario per poter conoscere il paese in cui viviamo, chi ci gestisce e chi ci rappresenta. Inoltre arricchisce notevolmente la nostra cultura, sia su ciò che ci riguarda dell’attualità ma anche della storia della nostra patria, a partire dall’unificazione del 1861 fino ad oggi. La partecipazione attiva dei cittadini è essenziale per ogni società democratica, in cui essi possono esprimere la propria individualità a seconda dei propri interessi e propensioni. Tramite il proprio impegno il cittadino contribuisce alla progressiva crescita di una sana dialettica, fondamentale elemento per uno sviluppo armonico e democratico della comunità.
Ma quando parliamo di “proprio impegno” a cosa, principalmente, ci riferiamo? Sicuramente in via prioritaria al diritto di voto, sancito nell’articolo 21 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo come uno dei diritti fondamentali di ogni persona, indipendentemente dal genere, in ogni parte del mondo. La conquista del diritto di voto in Italia sarà frutto di un cammino lento, irto di ostacoli e di difficoltà, per il quale molte persone si sono private della loro stessa vita.
Tale diritto forma, infatti, le fondamenta di ogni Stato che si può definire democratico.
Possiamo fare un breve excursus indietro nel tempo per farci un’idea di come si sia arrivati all’attuale situazione, dalle prime forme di partecipazione politica subito dopo la seconda guerra mondiale alle rivoluzioni del 68’, dove si assistette a derive di stampo terroristico, come nel caso delle tristemente note Brigate Rosse.
Passiamo poi allo scandalo di Tangentopoli, termine coniato per indicare il sistema di corruzione e concussione che caratterizzava il mondo politico e le istituzioni italiane. Questo si concluse, dopo numerosissimi indagini giudiziarie con le quali si individuò una poderosa mole di episodi illeciti nei fatti pubblici, con il radicale cambiamento del volto della politica italiana e la dissoluzione della Democrazia Cristiana nel 1994. Ed infine la nascita dei partiti a “democrazia diretta”, che rappresentano i giorni nostri, con i quali i cittadini possono esercitare direttamente il potere legislativo. Lo sviluppo della politica è andato di pari passo con quello della società, assorbendone i punti di forza e quelli di debolezza: l’iperconnessione, l’informazione istantanea, la disinformazione e le cosiddette “fake news”, solo per citarne alcuni. Questo, ma non solo, ha reso le istituzioni e la politica più comprensibili, ma ha allo stesso tempo favorito il crescente allontanamento dei giovani e non.
“Al giorno d’oggi il rapporto tra i giovani e la politica è molto complesso. Negli ultimi dieci anni vi è stato un cambiamento radicale nell’approccio a questa materia che dovrebbe interessare tutti, in quanto tramite essa si decide quale sia la cosa migliore per uno stato e di riflesso per i suoi cittadini.”
In passato, principalmente durante il periodo del boom economico del secondo dopoguerra, approcciarsi, o comunque informarsi di questa materia era un fatto normale, in quanto ritenuta uno strumento per partecipare alla trasformazione del paese. Oggi, invece, i giovani che vi si interessano sono sempre meno, e la maggior parte preferisce, invece, occuparsi di altri argomenti più ludici quali lo sport o i reality in tv. La possibilità di partecipare alla vita politica del nostro paese, più che un privilegio, viene considerato un fastidioso impiccio. Difatti è raro trovare ragazzi che si ritrovino a discutere su argomenti riguardanti essa, come il motivo per cui il governo abbia deciso di fare una determinata cosa e perché, o quale soluzione si sarebbe potuta verificare in alternativa. Tutto ciò è favorito dalla sfiducia, una sorta di “anti-italianismo” che si è diffuso a macchia d’olio, nei confronti delle nostre istituzioni. Molto spesso sentiamo pronunciare dagli adolescenti, e non solo, frasi come “I politici sono tutti ladri”, o “La politica è una cosa sporca”. A parer mio parlare in generale è sbagliato, poiché rappresenta una mancanza di rispetto nei confronti di coloro che realmente si impegnano per migliorare la situazione del nostro paese. Infatti non è che TUTTI i politici sono ladri, o che TUTTA la politica è una cosa sporca. Noi, nel ruolo di italiani, abbiamo determinati diritti a livello politico che ci consentono di agire in molteplici modi per influenzare le decisioni politiche e impegnarci per diventare noi stessi “la politica”. Innanzitutto è importante conoscere e dare fiducia alla democrazia, non necessariamente ai partiti.
Va inoltre ricordato che la classe politica italiana ha un’età media abbastanza elevata. Conseguente la difficoltà di riuscire ad andare incontro ai giovani e alla loro disperata ricerca di un lavoro. Anche per questo motivo la politica viene considerata lontana anni- luce dai ragazzi, che cercano di allontanarsi il più possibile dal nostro paese, in cerca di carriera altrove. Ritengo di grande importanza sottolineare, a tale proposito, le parole dei Giovani Democratici di Avola: “Noi, giovani che crediamo ancora in valori sani, nella politica pulita, vera, nella politica che ascolta la gente e i loro problemi, non possiamo farcela senza il vostro aiuto. È di fondamentale importanza adoperarci tutti per il bene della società: basta lamentarci di una politica che si occupa poco di noi, occupiamoci noi di Lei. Lamentarsi non darà nessun risultato, impegnarsi e seguire da vicino la politica rappresenta invece il vero cambiamento. Infatti, solo vivendo a pieno il presente, noi giovani, possiamo sperare in un futuro migliore”. We can? Yes, we can.
Martina Crisicelli
Classe II, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.