Indie: genere musicale che ha raggiunto un successo inaspettato.
la musica indie italiana nelle playlist di spiagge e discoteche non può più mancare.
Nel
2018 questo genere ha spopolato e raggiunto un successo inaspettato. La scena musicale italiana si
sta popolando di gruppi e
artisti indie e subito ci ritroviamo in macchina a cantare
le loro canzoni quando vengono trasmesse in radio.
L’ indie italiano nasce
nei primi anni Duemila come musica indipendente, ma oggi è un vero e proprio
fenomeno che non può essere ignorato.
La scena indie italiana è molto complessa: gli artisti e i gruppi che si sono avvicinati a questo tipo di musica sono moltissimi ed il loro successo nel 2018 è stato enorme. Molti cantanti sono influenzati solo parzialmente dal genere indie, tuttavia è proprio questo sound che caratterizza i loro brani.
Ma andiamo a scoprire gli artisti più determinanti in questa nuova tendenza musicale. L’ indie italiano può contare su un numero di cantautori molto apprezzati e con un seguito che a volte fuoriesce dalla cosiddetta “nicchia”, tra questi Calcutta, Cosmo, CarlBrave x Franco 126, Coez, Orfeo, Colombre, Gazzelle, Frah Quintale, Giorgio Poi, Peter White che sono solo alcuni rappresentanti di questa nuova tendenza che negli ultimi anni ha occupato le line up dei festival italiani più importanti, compreso quello del Primo Maggio.
Anche le donne hanno una parte considerevole: Levante, Marianne Mirage e Maria Antonietta sono le più note e amate dai fan.
CALCUTTA: Il 2015 è il suo anno, nome d’arte del cantautore di Latina Edoardo D’Erme, che con il singolo “Che cosa mi manchi a fare”, contenuto nell’album “Mainstream”, diventa uno degli artisti più amati dai giovani per il suo approccio scanzonato e senza filtri alla musica italiana. Forse è l’artista più conosciuto dell’indie italiano; anche nel 2018 le sue canzoni, tra cui “Pesto”, hanno scalato le classifiche e lo hanno confermato come cantante emblematico di questo genere musicale.
COSMO: è un alieno. Un oggetto volante non identificato che atterra su Planet Italo Pop. I suoi video sono stati visti milioni di volte, le sue canzoni sono trasmesse alla radio, i suoi spettacoli dal vivo sono sempre pieni di capacità. Eppure la sua musica è ancora saldamente radicata nell’underground e nel continuo scontro di diverse influenze. La musica di Cosmo è musica pop, il tipo di bizzarro-pop con un occhio ai motivi orecchiabili e uno alla cultura dei club. È libero, psichedelico, gioioso e malinconico, sognante e con i piedi per terra, sporco e puro, tutto allo stesso tempo.
CARLE BRAVE x FRANCO126: il duo romano è un altro nome importante della scena indie italiana 2018. Carl Brave, pseudonimo di Carlo Luigi Coraggio, con il suo ultimo album “Notti brave” ha fatto apprezzare l’indie italiano a migliaia di persone. Notti Brave è senza dubbio un disco che ha colpito nel segno, trainato dal singolo “Fotografia” interpretato assieme a Fabri Fibra e Francesca Michielin. La produzione di Brave si sposa perfettamente con i due ospiti che colorano ulteriormente il pezzo con il loro stile inconfondibile. “Fotografia” con la sua immediata freschezza e sincerità è stato tra i più trasmessi dalle radio. Molti altri sono stati gli artisti che hanno animato le “Notti Brave” di Carl. Un caleidoscopio di generi e sfumature che, dal pop, all’indie, al rap fa il paio con l’instancabile verve di Carl Brave. Una continua ricerca di dettagli sonori che si riflette nei testi sempre densi di atmosfere e pratiche quotidiane in cui riconoscersi. Franco126, al secolo Federico Bertollini, 126 come i gradini della scalinata di Viale Glorioso a Trastevere, già cara a Sergio Leone e luogo d’incontro con la storica crew di Franco. La sua scrittura rap sconfina nel cantautorato con una lucida capacità di mettere a fuoco il reale e le emozioni. Lo stile vagamente retrò fa il paio con una timbrica ruvida e veritiera, un perfetto contrasto dolce-amaro capace di avvolgere il cuore. A ottobre 2018 debutta col suo primo singolo da solista “Frigobar”, brano prodotto da Stefano Ceri con un suono senza tempo e dalle atmosfera malinconiche.
COEZ: non mentite, anche voi avete ascoltato almeno una volta “La musica non c’è”. La popolarità di questo brano gli fa aggiudicare un posto tra i gli artisti della scena indie italiana da ascoltare assolutamente. La carriera e l’ascesa di Silvano Albanese, in arte Coez, il rapper che è arrivato al successo grazie alla sua svolta cantautorale e alle tante collaborazioni, ha stravolto le regole del rap, ha rivoluzionato il cantautorato e fuso i suoi generi per scalare le classifiche e far breccia nel cuore dei più giovani, e non solo. Coez non è però arrivato al successo improvvisando. La sua storia è ricca di imprevisti ed è la rappresentazione di un artista che si è formato attraverso anni di gavetta.
FRAH QUINTALE:
parlando di musica indie italiana non si può non citare Frah Quintale, che
ormai riempie le piazze delle città con i suoi concerti. I brani dell’artista
bresciano, come “Sì, ah” e “Nei treni la notte” sono il risultato di un mix
originale dei generi indie e hip-hop. Affiancato dal produttore trentino Ceri,
la prima uscita da solista con l’etichetta indipendente Undamento è stata ad
inizio 2016 con il brano “Colpa del Vino”. A fine anno esce l’EP “2004”, che ha
ottenuto un buon riscontro di pubblico e dei media musicali, che lo hanno
definito “uno dei migliori prodotti musicali indipendenti del 2016”. Con la
produzione di Ceri, il progetto è stato interamente realizzato in autonomia da
Frah Quintale, che ne ha curato le grafiche, i video ed i comunicati stampa,
scritti a mano.
GIORGIO POI: è un esempio tanto raro
quanto riuscito di italianità che ce l’ha fatta: a smetterla di guardarsi
sempre allo specchio, a mantenere la propria identità ma pure a contaminarsi
con suoni che superano il concetto di “indie” per risultare vagamente esotici,
a fare della malinconia una sensazione non puramente retromaniaca. Il suo disco d’esordio sulla
inarrestabile Bomba Dischi è uscito a inizio 2017, si intitola Fa
Niente, ha ricevuto i meritati consensi e dopo un primo giro di date live
sta tornando sui palchi italiani con un tour partito da Milano che andrà avanti
fino a inverno inoltrato
PETER WHITE: si tratta di un giovane
cantautore romano. Le sue sonorità e il suo modo di scrivere trovano le radici
più profonde nella sua passione per la grande musica d’autore, prendendo però
diverse influenze in vari generi musicali. Una sua caratteristica è il
dettagliato storytelling di attimi di vita quotidiana dove è difficile non
rispecchiarsi: amore e nostalgie, amicizia e solitudine, città e viaggi. Se si
sentono le sue canzoni si viene trascinati nel suo ritmo.
COLOMBRE: Il suo nome d’arte è un omaggio a un noto racconto di Dino Buzzati, porta i capelli a scodella e, solitamente, indossa delle camicie alquanto stravaganti. Si tratta del primo progetto solista di Giovanni Imparato, già precedentemente impegnato come voce e chitarra dei Chewingum e come musicista di Maria Antonietta. Il suo primo album, Pulviscolo, è stato pubblicato il 17 marzo per Bravo Dischi ed è un disco musicalmente vario, in cui pop, funky e psichedelia si fondono perfettamente. Colombre non lascia spazio ai dubbi, soprattutto dopo averlo visto live: o lo ami ama, oppure lo si detesta, ma non può lasciare indifferenti.
ORFEO: nome d’arte di Federico Reale, un cantautore squattrinato dall’animo rock, che sul palco si lascia andare e conquista. Il suo nuovo album si intitola Arcadia, è stata pubblicato per Cane Nero Dischi, edito da JaLa, ed è un concentrato di cantata limpido e buoni valori: si parla di eroi, Calcutta, pulsioni umane e città. Per tutti quelli che cercano un’alternativa poco patinata a tutto il ribollire di cantautori indie-rock della scena italiana, a tutti quelli che sognano un Miami più roncio, e per chi sogna di diventare un eroe.
GAZZELLE: uno degli astri nascenti della tanto decantata scena romana, che negli ultimi anni ha sfornato gente come I Cani e Calcutta, giusto per citarne un paio. Il suo primo album si chiama Superbattito ed è stato pubblicato a marzo per Maciste Dischi. Ciò che è certo è che ha già fatto discutere parecchio, tra una copertina al limite del kitsch, la scelta di non mostrare il viso (che, diciamocelo, non è proprio la cosa più originale del mondo) e la definizione Sexy Pop per descrivere le proprie canzoni. Quello di Gazzelle non è certo un disco capolavoro, personalmente lo considero più un guilty pleasure, una di quelle cose che gli amici intellettuali ti rimproverano, ma di cui non riesci comunque a fare a meno; anzi, ammetto che il pezzo al primo ascolto mi ha fatto addirittura scendere una lacrimuccia.
Il mondo della musica indipendente italiana non esisterebbe se non fosse per le etichette spesso nate grazie alla visionaria capacità imprenditoriale di individui che però nel corso degli anni hanno lasciato e soprattutto stanno lasciando un’impronta forte nel sound e nella tradizione cantautorale che nel nostro Paese ha sempre avuto un ruolo determinante. Tra queste etichette, le principali, oltre a 42 Records, sono Bomba Dischi e Maciste Dischi di Roma, Garrincha di Milano, Foolica di Mantova, INRI di Torino.
Gabriele Scolaro IV C BS