L’inseminazione artificiale pone dei problemi etici
L’ inseminazione artificiale è una pratica medica alla quale ricorrono le coppie che non riescono ad avere un figlio in modo naturale. Essa consiste nella collocazione di un campione di sperma, dopo essere stato trattato in laboratorio, all’interno dell’utero della donna allo scopo di incrementare il potenziale degli spermatozoi e le possibilità di fecondazione dell’ovulo.
In questo modo si abbrevia la distanza che separa l’ovulo e lo spermatozoo e si agevola l’incontro tra entrambi i gameti, aumentando le possibilità di conseguire la desiderata gravidanza. A differenza della “fecondazione in vitro” non è necessario in questo caso prelevare precedentemente gli ovuli della donna.
Nel campo della procreazione assistita la Chiesa oggi afferma che sono lecite “tutte le tecniche che rispettano il diritto alla vita e all’integrità fisica di ogni essere umano, l’unità del matrimonio, che comporta il reciproco rispetto del diritto dei coniugi a diventare padre e madre soltanto l’uno attraverso l’altro come il frutto dell’atto coniugale specifico dell’amore tra gli sposi.” Soltanto pochi anni fa la stessa Chiesa sosteneva e dichiarava di fatto illecite tutte le tecniche di procreazione assistita in quanto “non naturale”. Oggi sono del resto disponibili nuove tecniche di inseminazione artificiale che si configurano come un “aiuto all’atto coniugale e alla sua fecondità”, nelle quali cioè l’intervento medico è rispettoso della dignità delle persone, in quanto mira ad aiutare l’atto coniugale sia per facilitarne il compimento sia per consentirgli di raggiungere il suo fine, una volta che sia stato normalmente compiuto. Inoltre per la Chiesa sono certamente leciti gli interventi che mirano a rimuovere gli ostacoli che si oppongono alla fertilità naturale. Resta, invece, moralmente illecita per la stessa la “fecondazione in vitro” e l’eliminazione volontaria degli embrioni che essa comporta. L’esperienza ha dimostrato che nel contesto delle tecniche di fecondazione in vitro il numero di embrioni sacrificati è altissimo, al di sopra dell’80 per cento nei centri più sviluppati. E l’embrione umano, per il credente, ha fin dall’inizio la dignità propria della persona.
Io personalmente penso che sia giusto ricorrere all’inseminazione artificiale quando una coppia di sposi cerca di avere un bambino e non ci riesce per motivi fisici. Quindi se è possibile ricorrere a un rimedio naturale che non comporta molti rischi è bene utilizzarlo, perché una famiglia senza figli può essere molto triste e quindi è normale cercare ogni via. E quando proprio non c’è nulla da fare l’adozione potrebbe essere un’alternativa che potrebbe fare contenti tutti: i futuri genitori e i bimbi orfani.
Girolamo Calabrò
Classe III, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.