INCIDENTE TERRIBILE..QUELLA MATTINA DI GENNAIO
Credo non esista persona al mondo capace di rimanere indifferente di fronte ad una disgrazia che stronca la vita di un ragazzo… Persino un cuore di pietra si scioglierebbe, figuriamoci quello di un giovane della mia età ancora all’oscuro dei veri drammi dell’esistenza.
La mattina del 17 gennaio di quest’anno, ahimè, sono stato involontario spettatore di un terribile incidente, che ha messo a dura prova i miei nervi. Letteralmente preso dal panico, mi sono trovato sull’orlo di una crisi di pianto, per l’agghiacciante scena che si è presentata ai miei occhi. Tornavo lemme lemme a casa, dopo una lunga giornata scolastica. Il sole, giunto al culmine del suo tragitto giornaliero, era particolarmente caldo al punto che mi sfilai la felpa, rimanendo con grande sollievo in t-shirt. Le strade erano trafficate come al solito e si sentivano vari odori provenire dalle cucine delle case che stuzzicavano il mio ormai famelico appetito.
Con un buco nello stomaco, cominciavo a procedere a passo più spedito, ansioso di sedere al più presto a tavola. L’orologio segnava le due e mezza di pomeriggio, quando, giunto in prossimità della casa di mia zia. improvvisamente la mia attenzione venne attratta da un ragazzo, dall’apparente età di quindici, sedici anni, che procedeva a bordo di un ciclomotore senza casco e ad una velocità pazzesca. Con la coda dell’occhio, vidi sopraggiungere, dalla strada perpendicolare, all’altezza dell’incrocio, una Fiat Panda. L’impatto fu inevitabile malgrado il tentativo di frenata del conducente della macchina per evitale l’incidente. Il mio cuore cominciò a battere come un tamburo impazzito, le gambe divennero un blocco di cemento, incapaci di qualsiasi movimento. Un groppo alla gola mi fece quasi mancare il respiro: sentivo un forte bisogno di piangere e me ne vergognavo.
Nel giro di pochi secondi, si formò una pozza di sangue accanto al corpo immobile del giovane, mentre la gente accorreva da più parti, per offrire aiuto al povero sventurato. Nessuno tuttavia osava toccare il malcapitato, privo di conoscenza ma comunque ancora vivo. Il panico era palese negli occhi di tutti specialmente dell’automobilista a cui tutti davano pienamente ragione: il ragazzo aveva totalmente ignorato il segnale dello stop, continuando a procedere a velocità folle. Poco dopo, con lodevole solerzia, arrivò un’ambulanza, scortata da una vettura della polizia e, mentre gli agenti parlavano con lo sventurato conducente della vettura che aveva investito il motociclista, il personale medico, prestò i primi soccorsi al povero ferito che, dopo essere stato immobilizzato sulla barella, venne trasportato all’ospedale Papardo. Purtroppo nel tardo pomeriggio, si diffuse la notizia che il ragazzo vittima dell’incidente era in coma e che la prognosi era strettamente riservata. Il giorno dopo appresi che non ce l’aveva fatta. Ancora oggi. a distanza di tempo, non riesco proprio a dimenticare quella terribile esperienza, provo una tristezza indescrivibile pensando al dolore dei genitori di quello sventurato e alla sua giovane vita buttata via.
Se immagini di terribili incidenti stradali venissero spesso trasmesse in tv, forse i più giovani capirebbero, per non mettere a repentaglio la propria vita e quella degli altri, quanto sia importante essere prudenti, rispettare le regole del codice della strada e indossare sempre e comunque il casco.
La vita è un dono troppo prezioso e breve, per buttarla via come uno straccio vecchio…Perché poi, alla fine, a nessuno di noi è dato soggiornare a lungo su questa terra.
Nicholas Scardigno 3F
Istituto Comprensivo Mazzini Messina