Paolo e Francesca: storia di un amore proibito
Questa è la storia di Paolo e Francesca, i protagonisti del V canto dell’Inferno, posti fra i lussuriosi del secondo cerchio, destinati ad essere dannati per via del loro amore smisurato.
La giovane Francesca da Polenta era figlia di Guido Minore Signore di Ravenna e Cervia e a soli sedici anni, precisamente nel 1275, era stata promessa sposa ad un uomo molto più anziano di lei, che tempo prima aveva aiutato il padre a cacciare via i Traversari, suoi nemici.
Egli era il signore di Rimini e il suo nome era Giovanni Malatesta, noto anche come Giangiotto, soprannome a lui attribuito per il suo essere brutto, gobbo, un po’ cieco e zoppo. Al momento del primo incontro, fissato prima del matrimonio, il capostipite della famiglia Malatesta, detto il Mastin Vecchio, per evitare il rifiuto della bella Francesca una volta visto il suo futuro sposo, decise di inviare al suo posto il fratello di Giangiotto, Paolo, ragazzo di bella presenza e coetaneo della giovane. Francesca accettò entusiasta e non ci pensò due volte a dire “sì” a Paolo, che il giorno delle nozze la sposò per nome del fratello. Non si può negare quanto la fanciulla fosse stupita la mattina seguente , quando al posto del bel ragazzo che credeva suo marito si ritrovò davanti il brutto Giovanni.
Ma una volta sposati c’era poco da fare e così la povera accettò passivamente la situazione, avendo con lui persino una figlia, chiamata Concordia come la suocera. Così passavano le tristi giornate della giovane, che non si dava pace e che trovava conforto solo in Paolo, che spesso, probabilmente pentito per l’inganno, passava a farle visita e trascorreva del tempo con lei. Ed ecco: un giorno, precisamente nel settembre del 1289, Paolo e Francesca si trovavano assieme, come accadeva spesso, erano intenti nel leggere il libro che narrava la storia dell’amore proibito tra Lancillotto e Ginevra e, proprio come accadde nel racconto, anche i due giovani si scambiarono un bacio.
Qualcuno però, probabilmente un altro dei fratelli, Malatestino dell’Occhio, chiamato così per via di un occhio mancante, accortosi dapprima delle continue visite di Paolo alla cognata e poi anche del tradimento, aveva avvertito Giangiotto.
Egli ogni mattina partiva per Pesaro, dove andava per la riscossione dei tributi, ma quel giorno – non si sa se non sia mai partito o se sia tornato indietro una volta avvertito – li colse in fragrante nel momento di lussuria, e preso dall’ira estrasse la spada. Paolo, spaventato, cercò di scappare dalla botola vicino alla porta ma un chiodo incastrò il vestito e il giovane rimase bloccato. Francesca cercò di salvare l’amante ponendosi dinnanzi a lui ma Giangiotto li uccise entrambi.
Si narra che una volta morti Dio li guardò e ne ebbe pietà, ma non fece eccezione e mandò anch’essi all’Inferno. Un dono però decise di darglielo: li lasciò trascorre la vita eterna insieme, come nel momento in cui la stessa lama li aveva trafitti. Ed è questa la pena che devono scontare i protagonisti della nostra storia, che vengono eternamente spostati da quel vortice infernale come il loro passionale amore li aveva travolti.
Rita Chiara Scarpaci
Classe II, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.