Gioiosa Guardia: le origini tra storia e leggenda
Sopra un monte che si affaccia sul Tirreno sorge una città abbandonata. Nella valle si spande ancora il canto di un poeta solitario.
A 800 metri sul mare si gode dal monte Meliuso forse il più incantevole panorama della Sicilia, potendo scorgere a distanza il faro di Messina, la cima bianca dell’Etna, lo storico golfo di Milazzo e, nella distesa del mare, le mitiche isole Eolie allineate a coda di rondine.
Sul monte della Guardia nel 1366 Vinciguerra d’Aragona, Gran Giustiziere del Regno di Sicilia, edificava un castello per la difesa costiera contro le incursioni dei pirati barbareschi. Attorno al castello, per sua volontà, sorse in poche anni un vasto paese a cui fu dato il nome di Gioiosa per l’amenità del luogo e la fertilità del suolo.
Presto il paese fu ricco e si adornò di marmi pregiati e di opere d’arte del Gagini. Non mancava che il Santo protettore e fu scelto S. Giovanni Battista, scalzato dopo poco tempo da San Nicola di Bari in virtù d’un episodio tra il reale e il leggendario tramandato fino ai nostri giorni. In un periodo di grande carestia, infatti, i Gioiosani videro un giorno un veliero dirigersi verso la costa e scaricare dei grossi sacchi di grano. Si precipitarono allora alla marina con tutto il denaro disponibile e chiesero di acquistare il frumento. Ma il capitano divise loro i sacchi, rifiutò il compenso e spari all’orizzonte con la sua nave. Dopo qualche anno alcuni Gioiosani, trovandosi a Bari, riconobbero nella statua di San Nicola il volto del benefico e prodigioso capitano. Da allora lo si acclamò protettore di Gioiosa Guardia edificando una nuova chiesa. Nella serata del 5 febbraio del 1783, però, una terrificante scossa di terremoto danneggiò le case e, come se non bastasse, dopo un anno un’invasione di cavallette distrusse i raccolti e fu seguita da una grave carestia, anche per la mancanza di abbondante acqua. Fu allora che i Gioiosani decisero di abbandonare il paese.
Il popolo si divise allora in due fazioni: i più benestanti diedero vita all’odierna Gioiosa Marea, mentre una consistente parte della popolazione si stabilì nelle contrade sotto il monte Meliuso e nel già esistente borgo marinaro di San Giorgio, ancora un piccolo nucleo ma importante per la sua antichissima tonnara. Sulla montagna rimase solo un’abitante, un poeta legato alle tradizioni, che visse in solitudine scrivendo di Gioiosa Guardia. Ma più che scritta sui libri o negli archivi del comune, la storia di Gioiosa Guardia è viva nei suoi discendenti che la tramandano di padre in figlio.
Francesca Giunta
Classe I, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.