I robot: così affascinanti, così utili
Un robot è una qualsiasi macchina (più o meno antropomorfa) in grado di svolgere più o meno indipendentemente un lavoro al posto dell’uomo. Il termine robotica venne usato per la prima volta, su carta stampata, nel racconto di Isaac Asimov “Io, Robot”. In esso, l’autore citava le tre regole della robotica, che in seguito divennero le “Tre leggi della robotica”, poi accresciute a quattro con l’introduzione della “Legge Zero”.
Il primo progetto documentato di un robot umanoide venne fatto da Leonardo da Vinci attorno al 1495. Alcuni appunti di Leonardo, riscoperti negli anni Cinquanta, contengono infatti disegni dettagliati per un cavaliere meccanico, che era apparentemente in grado di alzarsi in piedi, agitare le braccia e muovere testa e mascella. Il progetto era probabilmente basato sulle sue ricerche anatomiche registrate nell’Uomo vitruviano ma non si sa se tentò o meno di costruire il robot. Il primo rfunzionante conosciuto venne creato invece nel 1738 da Jacques de Vaucanson, che fabbricò un androide che suonava il flauto.
Nel linguaggio comune, un robot è oggi un’apparecchiatura artificiale che compie determinate azioni in base ai comandi che gli vengono dati e alle sue funzioni, sia in base ad una supervisione diretta dell’uomo, sia autonomamente basandosi su linee guida generali, magari usando processi di intelligenza artificiale.
Questi compiti tipicamente dovrebbero essere eseguiti al fine di sostituire l’uomo, come ad esempio nella fabbricazione, costruzione, manipolazione di materiali pesanti e pericolosi, o in ambienti non compatibili con la condizione umana o semplicemente per liberare l’uomo da impegni. Il termine robot viene però usato anche per indicare un essere artificiale, un automa o androide, che replichi e somigli ad un animale (reale o immaginario) o ad un uomo.
La definizione ha finito quindi per essere applicata a molte macchine che sostituiscono direttamente un umano o un animale, nel lavoro o nel gioco. Le discipline coinvolte nella progettazione e realizzazione dei robot sono molteplici: robotica, cibernetica, meccanica, automatica, elettronica, meccatronica, informatica, intelligenza artificiale, ecc. I robot “non autonomi” sono i classici robot utilizzati per adempiere a specifici compiti che riescono ad assolvere in maniera più efficace dell’uomo; in alcuni casi sono i macchine utilizzate nelle fabbriche con l’enorme vantaggio di poter ottenere una produzione più precisa, veloce ed a costi ridotti senza utilizzo o con ridotta manodopera umana; oppure i robot utilizzati per lavorare in ambienti ostili (ad esempio su Marte) o con sostanze tossiche. Questi robot sono detti “non autonomi” poiché sono guidati da un software che fa eseguire loro il lavoro in modo ripetitivo oppure sono direttamente pilotati dall’uomo (come i robot utilizzati dagli artificieri).
I robot “autonomi” sono, invece, caratterizzati dal fatto che operano in totale autonomia ed indipendenza dall’intervento umano e sono in grado di prendere decisioni anche a fronte di eventi inaspettati. Questi sono programmati solitamente con algoritmi che si rifanno a tecniche di intelligenza artificiale: gli algoritmi. Alcuni piccoli robot autonomi vengono utilizzati per il taglio dell’erba nei giardini e nelle pulizie domestiche: essi autonomamente decidono quando partire, dove tagliare/pulire e quando tornare alla base per ricaricarsi. I campi di impiego sono molteplici e in costante sviluppo. Nell’industria cinematografica, ad esempio, l’uso dei robot è applicato nella realizzazione degli effetti speciali, realizzando macchine comandate che simulino al meglio la verosimiglianza dei movimenti (ad esempio lo squalo utilizzato nel film “Lo squalo” o i dinosauri di “Jurassic Park”).
Un altro campo di grandi progressi è poi quello medico, in cui i robot vengono utilizzati in operazioni chirurgiche, mentre altri settori in cui è probabile che i robot sostituiscano il lavoro umano sono l’esplorazione del mare profondo e l’esplorazione spaziale. Insomma, robot, avanzano e gestirli potrebbe essere molto complesso in futuro per l’uomo. Dovrà davvero temerne il sopravvento come nei film di fantascienza?
Aurora Perdichizzi
Classe I, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.