lunedì, Dicembre 23, 2024
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Quando uno Stato diventa carnefice

“Parmi assurdo che le leggi che sono l’espressione della pubblica volontà, che detestano e puniscono l’omicidio, ne commettono uno esse medesime, e, per allontanare i cittadini dall’assassinio, ordinino un pubblico assassinio.”

CESARE BECCARIA

Il diritto alla vita è indiscutibilmente “uno dei diritti inalienabili che ogni essere umano possiede” e in quanto tale non dovrebbe essere negato a nessuno, per nessuna ragione. Tuttavia, nonostante sia davvero impensabile, in molti paesi la pena di morte, nota anche come “pena capitale”, è ancora molto diffusa.

PENA MORTE

Essa è una condanna fatale inflitta a coloro che hanno commesso crimini particolarmente gravi, crimini ritenuti intollerabili come omicidio,alto tradimento, sodomia ecc..

PENA DI MORTE-INIEZIONE LETALE

È praticata legalmente attraverso svariate procedure, le cui più note sono l’impiccagione, la fucilazione, la sedia elettrica e l’iniezione letale, di cui l’innovativo sostituto è l’uso dell’azoto.

SEDIA ELETTRICA

Differentemente da quanto si potrebbe pensare i suoi sostenitori, ancora oggi, sono in molti e ne sottolineano i vantaggi: la definiscono la punizione adeguata per i criminali macchiatisi di orrendi delitti, oltre che un forte deterrente per evitare la ripetizione di avvenimenti simili, nonostante poi nella realtà si è potuto costatare che abbia, invece, sortito l’effetto contrario in quanto si è registrato negli ultimi anni un aumento della criminalità e degli omicidi proprio nei paesi in cui è applicata.

pena di morte negli stati uniti d'america

Una delle nazioni più note in cui la pena capitale è ancora in vigore sono di certo gli Stati Uniti d’America, in cui essa viene praticata in ben 30 stati dei 50 che ne fanno parte. Essi nel 2018 hanno contato ben 2.750 detenuti, 41 condanne e 25 esecuzioni, delle quali la maggior parte è avvenuta in Texas, che ha la percentuale più alta, il 30% per l’appunto, di esecuzioni avvenute dal momento della riabilitazione della pena capitale (1977) in tutta la nazione. Gli Stati che tutt’oggi la approvano sono: Alabama, Arizona, Arkansas, che ha iniziato a praticarla dal 2005 per la prima volta, California, Carolina del Nord, Carolina del Sud, Colorado, Connecticut, Dakota del Sud, Delaware, Florida, Georgia, Idaho, Indiana, Kentucky, Louisiana, Mississippi, Missouri, Montana, Nevada, Ohio (che l’aveva anche sospesa per tre anni), Oklahoma, Oregon, Pennsylvania, Tennessee, Texas, Utah, Virginia e Wyoming. Per ultimo Woshington che, solo l’ 11 ottobre 2018, è entrato nella lista degli stati in cui la pena capitale è stata abolita. Questo è stato un bene e questo dovrebbe accadere dappertutto. Non pochi, infatti, sono stati i casi di errore giudiziario per i quali sono stati giustiziati uomini innocenti a cui non è stata data la possibilità né di pentirsi né di redimersi. Altri, invece, avrebbero potuto salvarsi con la riapertura dei casi o per il riesame degli atti che ne riconoscevano l’innocenza.

SACCO E VANZETTI CONDANNATI ALLA PENA DI MORTE
SACCO E VANZETTI

Noto esempio sono anche gli  italiani Sacco e Vanzetti, condannati in Massachusetts con prove non certe senza la sicurezza della loro colpevolezza. Per fortuna, seppur rari, vi sono anche i casi in cui si è riusciti a salvarsi da morte certa, anche se in “extremis”. Sono quelli in cui, ad esempio, a seguito del test del DNA, svolto in casi di stupro e omicidio, alcuni sono riusciti a scampare al braccio della morte, come accadde a Kirk Bloodsworth, che nel 1993 era arrivato al punto di confessare un reato mai commesso per non dover più subire le terribili torture che gli infliggevano ma che poi, proprio grazie alla prova del DNA, è riuscito a salvarsi dalla sedia elettrica. Per i minorenni la situazione è ormai migliorata. Sin dal 1600, infatti, erano già stati giustiziati diversi giovani, e nel 1999 addirittura 70 detenuti minori all’epoca del reato si trovavano nei bracci della morte di 16 stati, tra cui emergeva sempre il Texas, che ne contava il maggior numero. Solo il 24 giugno 2005, finalmente, è stata abolita la condanna per i minorenni, decidendo di commutarla in ergastolo. Di sicuro una grandissima svolta, ma allora perché non fare lo stesso anche con gli altri detenuti maggiorenni? Perché non abolire la pena di morte? Essa, nei nostri Paesi ormai progrediti, potrebbe risultare anche quasi obsoleta e inutile, costatando anche che il numero di delitti, soprattutto negli USA, non si sia mai ridotto.

DELITTI E DELLE PENE DI CESARE BECCARIA,PENA DI MORTE

Proprio come affermava prima di me e di molti altri il noto illuminista Cesare Beccaria nel suo saggio “Dei delitti e delle pene”, importante opera che contrasta per l’appunto la condanna a morte, quale sarebbe il senso di cercare di allontanare un cittadino dal delitto, compiendo lo stesso Stato un delitto in pubblico facendolo passare per legale e necessario per la giustizia? È possibile che solamente negli Stati Uniti ben 30 stati su 50 ancora la pratichino? Che ancora si creda in essa come arma di giustizia? Dio ci ha dato la vita e la libertà di compiere ogni azione, il “libero arbitrio”, ma ci ha anche concesso una coscienza che dovrebbe condurci a non commettere atti ingiusti e cruenti contro nessun altro. Ciò nonostante non tutti riescono a seguire la “recta razio”, quella che ci assicura di essere sulla via giusta, e così si commettono errori. Questo tuttavia non dà ad uno Stato e chi lo rappresenta il diritto di commettere lo stesso reato di chi è stato condannando per quello. Ad ognuno spetta sicuramente la sua condanna interiore, e alla fine ci rimettiamo tutti tra le “braccia” delle nostre coscienze o tra le “braccia” di coloro che pur giudicandoci non ci “condannano”. A proposito di braccia accoglienti certo non auguro però a nessuno un… “braccio della morte”.

Rita Chiara Scarpaci

Classe II, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.

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