L’importanza di difendere la propria individualità
L’adolescenza è quel momento di passaggio tra l’infanzia e l’età adulta, un momento di transizione che tutti hanno o dovranno affrontare. È un periodo della nostra vita durante il quale siamo ancora alla ricerca di noi stessi e durante il quale dobbiamo ancora cercare di definire e identificare la nostra persona. In quest’età molto spesso ci capita di non riuscire ad affermarci ed imporci nella società, di non riuscire ad esprimere la nostra opinione o il nostro punto di vista, di non riuscire ad imporre la nostra voce. Abbiamo paura dei nostri coetanei e abbiamo paura di noi stessi, paura che il nostro pensiero possa essere ritenuto “diverso”, magari solo perché nuovo o innovativo, e per questo essere ritenuto sbagliato.
Abbiamo paura di essere esclusi ed emarginati dal resto del gruppo e per questo, crescendo, alle volte tendiamo a renderci conto, erroneamente, che magari è meglio cominciare a non dire più ciò che si pensa, a seguire l’opinione della massa in modo da riuscire in qualche modo a mescolarci con il resto del “gregge”, con l’obiettivo di diventare quasi invisibili e non essere identificati come differenti dal gruppo dei compagni e dunque non essere né presi di mira né giudicati. E’ per questo che la maggior parte dei giovani di oggi non veste in modo differente l’uno dall’altro, e lo stesso vale per il linguaggio e i modi di fare. L’obbiettivo è quello di poter essere in qualche modo non solo accettati ma anche apprezzati dai propri coetanei. Ed è anche a seguito di queste idee e di questi timori che, quando un altro ragazzo subisce degli atti di bullismo magari, molto spesso rimaniamo in silenzio, per paura, ancora una volta, di essere noi le prossime vittime, e ci sentiamo in colpa con noi stessi per non riuscire ad essere in grado di intervenire in situazioni del genere o di reagire.
Molto spesso rimaniamo in una situazione di profondo conflitto, con noi per primi e con il resto delle persone che ci circondano, perché scarichiamo le nostre rabbie represse e i nostri sentimenti di sconforto su gli altri, non riusciamo a stimarci e, quel che è più importante, ad amarci così come siamo, con i nostri pregi e difetti, fisici e caratteriali. In questo modo perdiamo la nostra libertà individuale, la nostra caratterizzazione come singole persone con un cervello funzionante, delle capacità intellettive e dei sentimenti, delle idee. Dovremmo invece cercar di far prevalere la nostra individualità personale, distinguerci dagli altri, contribuire al miglioramento della nostra società e al suo progresso, divenire fin da ora cittadini capaci di ragionare con la propria testa e di non farsi influenzare dagli altri. Certo, riconosco che a questa età ci vuole tanto, forse troppo, coraggio per riuscire a distinguersi, ad accettare il rischio di essere giudicati o allontanati, ma forse è proprio questo che ci aiuterebbe a forgiare sin da ora la nostra persona in modo corretto.
Noemi Pelleriti
Classe III, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.