La leggenda del Carnevale di Mezzojuso
La manifestazione del “Mastro di Campo” è una tragicommedia interamente mimata che si tiene a Mezzojuso, in provincia di Palermo, l’ultima domenica di Carnevale. Lo spettacolo coinvolge circa 90 personaggi, che indossano dei costumi che si rifanno al sec. XV e ha come soggetto una ostacolata storia d’amore fra il Mastro di Campo e la Regina.
La leggenda narra che la relazione tra i due viene contrastata dal Re, che tiene la Regina prigioniera in un castello presidiato da una guarnigione, che impedisce i continui attacchi del Mastro di Campo e dei suoi alleati per la scalata al castello. Dopo una serie di avvicendamenti, finalmente il Mastro di Campo riesce a salire sul Castello e a conquistare la Regina.
Il Re, sconfitto, viene fatto prigioniero e condotto in catene dal Mastro di Campo, dalla sua Regina e da tutta la Corte per le vie principali del paese sotto gli applausi degli spettatori soddisfatti.
Sono tantissime le maschere, i costumi e i personaggi, anche storicamente anacronistici, che fanno da contorno alla manifestazione. Tra queste, ad esempio, riconosciamo Garibaldi con i Garibaldini, saraceni, maghi, un capitano d’artiglieria, baroni e baronesse, un ambasciatore, un’allegra corte regale con dame, gentiluomini e un ruffiano.
Figuranti, in groppa al cavallo, facendo il giro della piazza, lanciano continuamente ai presenti confetti, pane, formaggi, salumi. E non manca chi dal pubblico, una volta rapito, ottiene un bel bicchiere di vino locale. Uno degli aspetti più caratteristi di questo imperdibile appuntamento è, infatti, lo stretto legame di partecipazione che si instaura tra gli spettatori e i teatranti.
Il fatto storico, realmente accaduto nel Quattrocento, vede protagonista la Regina del Regno di Sicilia, vedova di Martino il Giovane, Bianca di Navarra, e il suo fermo rifiuto di prendere in matrimonio Bernando Cabrera, conte di Modica e gran giustiziere del Regno.
A Mezzojuso, anno dopo anno, va in scena un’avventura che racconta il bene vero della vita per cui vale la pena lottare, sfidando a viso aperto avversità e nemici. Ecco perché quella del “Mastro di Campo” è stata definita come «la più bella storia d’amore del carnevale siciliano».
Francesca Giunta
Classe I, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.