L’EPICA
L’epica (dal latino épos) è un genere letterario in poesia che celebra imprese storiche o leggendarie di personaggi eroici semidivini. Accanto agli eroi nei poemi epici hanno ruolo fondamentale anche gli dei.
Il poema epico intreccia miti, leggende, storie… È ambientato in un’epoca remota e spesso prende l’avvio da un fatto storico, che viene però modificato nel suo sviluppo; è quindi rappresentativo di un popolo, dei suoi ideali, delle sue tradizioni. Inizia con una trasmissione orale: gli aedi, i cantori e i rapsodi andavano di corte in corte a cantare vicende di guerrieri dotati di forza e coraggio straordinaria.
Ha come argomento principale l’origine ed è strettamente legata alla funzione religiosa. Si può supporre che un épos eroico esistesse già nell’età micenea, come testimoniano alcuni elementi che si trasmisero ai poemi omerici per il fenomeno della cosiddetta stratificazione epica (ossia la tendenza di questo tipo di letteratura ad amalgamare materiale antico e recente). Infatti il mondo in cui Omero ambienta la sua narrazione e la società che descrive (ma anche il sostrato leggendario a cui attinge e i termini usati) evidenziano il clima e l’aria respirati presso le corti micenee. Grazie ad alcune scoperte archeologiche avvenute nel corso del Novecento i legami tra Omero e l’epoca micenea risultano sempre più chiari: i poemi omerici prendono forma nell’epoca successiva, ma si rifanno, soprattutto l’Iliade, al contesto storico miceneo..
La struttura
Il fulcro dell’epica è costituito dalle imprese dell’eroe che è sempre il personaggio più forte, brillante o astuto ( Achille per la forza, Odisseo per l’astuzia ,Ettore per la devozione alla patria, Enea per la pietas). I segni distintivi del poema epico, oltre ovviamente all’argomento trattato, riguardano anche lo stile e certi motivi ricorrenti. Il poema epico inizia sempre con una protasi, in cui dopo l’invocazione alla Musa viene brevemente presentato l’argomento del poema. Un poema epico è scritto in versi. Frequenti sono i patronimici, attributi che caratterizzano la discendenza spesso divina dell’eroe, importanti anche perché attribuiscono musicalità ai versi e ne facilitano la memorizzazione, dando vita a vere e proprie formule. Insieme ai patronimici, altrettanto ricorrente, è l’uso dell’epipeto, ossia dell’aggettivo o del soprannome che caratterizza l’eroe e ne sottolinea una determinata caratteristica straordinaria (“Achille piè veloce”, “l’astuto Odisseo”). Così come intere scene si ripetono in forma fissa. Ogni volta che sorge l’alba, l’Iliade e l’Odissea ricorrono alla stessa identica sequenza di parole, così come ogni volta che nell’Iliade un eroe veste le armi, o che nell’Odissea i marinai si imbarcano sulle navi o ne discendono. Nell’ottavo libro dell’Odissea, ad es., durante un banchetto serale alla corte dei Feaci, viene consegnata la lira e viene chiesto di cantare l’episodio del cavallo di Troia e della caduta della città. L’aedo doveva dunque conoscere a memoria tutto il contenuto dei poemi, così da recitarlo al momento della richiesta del suo pubblico.
Contenuti e descrizione
Nel Medioevo e nel Rinascimento furono composti in Europa numerosi poemi epici, comunemente raccolti sotto la definizione di epica cavalleresca, perché narrano le imprese dei cavalieri medioevali. Pur ispirandosi alla figura del cavaliere, questi poemi sono spesso molto diversi tra loro. Evidenti sono ad esempio le differenze tra due forme di narrazione epica nate entrambe in Francia: le Chansons de geste (Materia di Francia) e i romanzi cavallereschi del ciclo di re Artù (nato in Bretagna).
Il principale poema epico spagnolo è invece Poema del mio Cid. I miti e le leggende dei popoli germanici trovarono la loro espressione più importante nelle Saghe leggendarie del popolo dei Nibelunghi e nelle Saghe degli Islandesi. Altro esempio di poema epico, di origine nordica, è Beowulf, scritto in inglese antico, che rappresenta nella sua massima espressione la lotta tra il bene e il male.
Gli sviluppi della poesia epica in Italia ci mostrano invece la trasformazione subita nel tempo dell’immagine del cavaliere: il passaggio dagli ideali e dai valori del Medioevo a quelli del mondo rinascimentali modifica profondamente le caratteristiche degli eroi, come risulta evidente, in particolare, dall’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto e nell’Orlando innamorato di Matteo Maria Boiardo. Questi tre poemi hanno influenzato profondamente tutta la tradizione culturale e letteraria dell’Occidente. A essi, infatti, hanno continuato a richiamarsi autori di epoche successive, che li hanno considerati modelli di stile e grandi repertori di personaggi e temi, vicende e situazioni eroiche e avventurose.
Bongiovanni Marco classe l D