UNHCR
UNHCR: L’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati nasce all’indomani della Seconda Guerra Mondiale con il compito di assistere i cittadini europei fuggiti dalle proprie case a causa del conflitto. Il 14 dicembre 1950 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite istituisce l’Ufficio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (ACNUR o UNHCR in inglese, United Nations High Commissioner for Refugees) con un mandato di tre anni necessari per portare a termine il proprio compito e destinato poi a sciogliersi, ma a tutt’oggi, al compimento del suo sessantottesimo anniversario, vi è l’amara consapevolezza che le necessità di assistenza umanitaria sono purtroppo ancora lontane dall’essere debellate.
Ad oggi infatti sono circa 68.5 milioni le persone di cui si occupa l’UNHCR che è l’agenzia competente a coordinare l’azione a livello internazionale per la protezione dei rifugiati in tutto il mondo, adottando tutte le misure necessarie per garantire il loro benessere e la prospettiva di un futuro migliore.
Il suo mandato principale è quello di far rispettare i diritti e l’integrità personale dei rifugiati, occupandosi di assicurare che chiunque fugga da persecuzioni o situazioni di violazioni sistematiche dei diritti umani, possa chiedere asilo e trovare rifugio in un altro Stato, potendo far ritorno nel paese di origine volontariamente, integrarsi nella comunità di accoglienza o ristabilirsi in un altro paese.
Dal 1972 l’UNHCR ha anche assunto la competenza relativa ai cosiddetti sfollati interni, persone che hanno dovuto lasciare le loro case a causa di conflitti interni o gravi violazioni dei diritti umani, ma non hanno oltrepassato la frontiera per cercare la protezione di un altro Stato. L’agenzia si occupa di questa categoria di persone in collaborazione con altre organizzazioni internazionali. Tra queste persone vi sono ad esempio le vittime di disastri naturali di eccezionale gravità (si pensi allo tsunami nell’Oceano Indiano nel 2004, al terremoto del 2005 e alle alluvioni del 2010 in Pakistan).
A partire dal 1974 rientrano poi sotto il mandato dell’Alto Commissariato Onu per i rifugiati anche gli apolidi, cioè le persone senza nazionalità, per le quali non è possibile accedere a diritti fondamentali, quali l’istruzione, la salute, il lavoro, la libertà di movimento. Senza il godimento di questi diritti, la loro intera vita è piena di ostacoli e delusioni. L’UNHCR intende porre fine all’apolidia entro il 2024, attraverso la campagna Belong, in un lavoro di squadra con le organizzazioni internazionali e non governative migliorando il sistema di registrazione delle nascite e dei registri civili, realizzando e implementando i censimenti nazionali e contribuendo al monitoraggio dei diritti umani degli apolidi.
Allo scoppio di un’emergenza, l’UNHCR riesce a mobilitare entro 72 ore ovunque nel mondo più di 300 operatori altamente qualificati in grado di portare soccorso a più di 600.000 persone. Fornisce acqua, cibo, tende, assistenza medica e psicologica. Garantisce l’accesso all’istruzione e alla formazione e alle attività generatrici di reddito. Organizza, inoltre, trasporti e servizi dedicati a quanti scelgono di ritornare nel proprio Paese di origine attraverso la misura del rimpatrio volontario e servizi dedicati per coloro che sono inseriti in progetti di reinsediamento.
L’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati conferisce annualmente il prestigioso “Premio Nansen per i Rifugiati” a persone o gruppi che si siano distinti per “l’eccellente servizio alla causa dei rifugiati” e alle società che hanno favorito l’integrazione di profughi attraverso il lavoro.
A sua volta per il suo operato ha ottenuto l’assegnazione di due Premi Nobel per la Pace, il primo nel 1954, il secondo nel 1981.
Spesso leggiamo dell’intervento dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite con ripetuti appelli congiunti ai leader europei affinché si investa di più per promuovere una migrazione regolare, potenziare la mobilità e l’integrazione per favorire la crescita e lo sviluppo a vantaggio delle due sponde del Mediterraneo. L’Agenzia, oltre alla necessità di migliorare la capacità di ricerca e soccorso, chiede un sostegno maggiore e più efficace da parte dei leader dell’UE per lo sviluppo di soluzioni strutturali a lungo termine che possano migliorare le condizioni nei Paesi di origine e di transito, affinché le persone abbiano la possibilità di condurre una vita dignitosa.
Per il 2019, l’Unhcr ribadisce la necessità critica di porre fine ad un approccio “nave per nave” e per gli Stati di applicare un’intesa regionale che fornisca ai capitani delle navi chiarezza e prevedibilità su dove sbarcare rifugiati e migranti salvati nel Mediterraneo.
Alessio Barbera, Marco Costantino, Emanuele De Luca,
Davide Gangemi, Fabrizio Mondo, Gabriele Russo
I.C. “E. Vittorini” n. 15