Visita al “Museo dello Sbarco” di Catania
Mercoledì 30 gennaio 2019 un nutrito numero di alunni delle classi terze della scuola secondaria di primo grado “Foscolo” di Barcellona Pozzo di Gotto ha avuto modo di recarsi a Catania per visitare presso il Centro Culturale “Le Ciminiere” un interessantissimo museo storico.
Il “Museo dello Sbarco”, o più precisamente “Museo Storico dello Sbarco in Sicilia 1943″, è appunto un spazio dedicato proprio a questo momento della Seconda guerra mondiale, avvenuto a partire dalla notte tra il 9 e 10 luglio del 1943 e conclusosi dopo meno di 30 giorni. Esso tratta quindi tutta la storia dell'”Operazione Husky”, un’operazione militare progettata con molta cura e attraverso la quale gli anglo-americani riuscirono a conquistare la Sicilia cacciando le truppe di Mussolini, tanto che la liberazione dell’Europa dal nazi-fascismo cominciò proprio da qui e lo si può ben capire all’interno della struttura dove, di una stanza al centro del primo piano, si trova un piano di proiezione che raffigura in maniere chiara le fasi dell’operazione a partire dallo sbarco degli alleati fino all’uscita dell’esercito italo-tedesco da Messina. Il Museo riesce inoltre a far comprendere e a far vedere ai numerosi visitatori, soprattutto scolaresche che giungono da ogni dove, quello che la Seconda guerra mondiale ha causato alla gente, per esempio con una riproduzione di una piazza tipica degli anni ’40 e di alcune abitazioni, su una delle quali è possibile vedere scritto il motto fascista “Credere, obbedire, combattere”. All’improvviso, proprio come se ci si trovasse nella situazione di un cittadino di quel tempo, si sente un allarme, che annuncia l’inizio di un bombardamento, il quale porta a entrare nel rifugio antiaerei. All’interno del rifugio si può “rivivere” una simulazione di quello che accadeva all’epoca, quindi ci si trova seduti con le spalle appoggiate al muro mentre si sentono urla di persone che parlano in dialetto, i vari tremolii e i rumori dei bombardamenti, compreso un forte scossone che suscita sempre sorpresa e paura. Dopo essere usciti, in un altra stanza si osserva la stessa piazza di prima, però completamente distrutta a causa dei bombardamenti. Dopo questa esperienza si comincia la vera e propria visita del Museo. Ai piani superiori, percorrendo le varie stanze, si vedono tutti i tipi di divise, i vestiti che si indossavano a quell’epoca, le varie armi e le bombe; alle pareti manifesti e fotografie relative ai vari paesi siciliani distrutti, oppure documenti dell’epoca. In una altra grande stanza ci sono poi, posizionate al centro, tantissime armi diverse e delle vetrine nelle quali spiccano le statue di cera di Hitler, accanto a un tavolo con sopra un libro e un filo spinato, e Churchill e Roosevelt a colloquio con un tavolo, un pacchetto di sigari, una bottiglia di whisky; in una terza vetrina vi sono infine Vittorio Emanuele III e Mussolini. In seguito sono state ricostruite altre scene, come un ospedale da campo con la Croce Rossa oppure, dentro una tenda, l’incontro tra i rappresentanti degli Alleati e quelli degli italiani per firmare l’armistizio di Cassibile il 3 settembre del 1943. Percorrendo l’ultimo corridoio, dapprima si può vedere un cartello con il numero delle perdite di uomini in Italia, Germania, Commonwhealth, Stati uniti, e alla fine c’è una foto di uno dei cimiteri fuori Catania dove sono sepolti i numerosi caduti. Al centro, sotto la foto del cimitero, un monitor fa scorrere i nomi di tutti i soldati che hanno perso la vita in questa importante operazione militare. Significative poi le scritte posizionate all’ingresso e all’uscita di questo singolare Museo, entrambe con riferimento alla “pace”. All’entrata, infatti, si trova la frase di Papa Pio XII, ovvero “Nulla è perduto con la pace. Tutto può essere perduto con la guerra”, mentre proprio di fronte all’elenco dei caduti è possibile leggere le parole di Papa Giovanni XXIII: “La pace è il bene supremo. Dimenticarlo è una vera follia.” Quest’ultima frase, posizionata proprio alla fine di un percorso storico e documentario su una fase cruciale di una guerra sanguinosa e crudele come mai altre, ci ricorda quindi che la pace è qualcosa di importante e che è opportuno non dimenticarlo mai per non compiere di nuovo lo stesso errore.
Sara Aliberti
Classe III, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.