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Un altro albero nel “Giardino dei Giusti” dell’I.C. “Foscolo”

Come ormai è rituale fare ogni anno, anche lunedì 28 gennaio 2019 nel cortile della scuola secondaria “Foscolo” di Barcellona Pozzo di Gotto, in occasione della rievocazione per la “Giornata della Memoria”, è stato piantato un altro “albero dei Giusti” che si è aggiunto al “Giardino dei Giusti” presente nell’Istituto ormai dal 2013, giardino che, anno dopo anno, cresce sempre più.

I “Giusti tra le Nazioni” ai quali fino ad ora sono state dedicate delle pianticelle di ulivo, simbolo di pace, sono nell’ordine: Giorgio Perlasca, Carlo Angela, Gino Bartali, Adele Zara, Calogero Marrone e don Aldo Brunacci. Si tratta di uomini e donne che, inorriditi dalla barbarie della Shoah, hanno messo a rischio la propria vita liberando anche solo un ebreo dalla sua sorte di sonno eterno.

Ma la novità di quest’anno è che, dopo aver osservato il consueto minuto di silenzio in cortile, ovvero il momento in cui ogni alunno e docente ha riflettuto su un dramma memorabile della storia, è stato interrato un albero in memoria di un intero paese: Nonantola, in provincia di Modena.

Qui, durante l’occupazione tedesca, tutti gli abitanti hanno congiuntamente collaborato a nascondere e salvare la vita di 73 bambini e ragazzi ebrei, in fuga verso la Palestina e lì rifugiati a “Villa Emma”, fornendo loro documenti falsi, aiutandoli a raggiungere la Svizzera e strappandoli così alla deportazione e alla morte.

Nel 2000 i bambini di allora, sopravvissuti alla strage e trasferitisi in Israele, hanno voluto piantare nel “Viale dei Giusti” di Gerusalemme ben 100 alberi in memoria dell’intero paese, per ricordare il “bene” che è stato loro donato anche se i momenti oscuri della ferocia umana non sono mancati e non mancano tutt’ora. Infatti questo Viale, così come il piccolo “Giardino dei Giusti” dell’I.C. “Foscolo”, vuole dare memoria soprattutto a tutte quelle azioni di generosità che hanno salvato e salvano vite umane, anche a repentaglio della propria. Perché non è sufficiente ricordare il motivo che ha portato ad un orrore così grande e nel dettaglio pensare a ciò che è accaduto, ma bisogna invece augurarsi che non avvenga mai più. E per fare ciò è necessario sempre coltivare il bene compiuto dall’essere umano e ricordare chi “salvando una vita, salva il mondo intero”, perchè così facendo si salva l’intera umanità e la dignità stessa dell’essere umano.

Elena Biondo

Classe III, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.

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