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La “Resurrezione di Lazzaro” di Caravaggio

Tra le molte città in cui il grande pittore seicentesco Caravaggio dimorò e in cui lasciò tracce della sua arte vi è anche Messina, che oggi conserva due importantissimi dipinti. L’artista nasce a Milano nel 1571 ma, insieme alla famiglia, si trasferisce a Caravaggio per sfuggire alla peste. Poi torna a Milano e successivamente si trasferisce a Roma per studiare arte.

Fu un grande pittore dal carattere ribelle e dalle frequentazioni poco raccomandabili, che utilizzava spesso come modelli per i suoi quadri. Il suo stile riprende infatti la realtà per come è veramente e nella “Resurrezione di Lazzaro”, ad esempio, opera realizzata proprio a Messina nel corso del suo tormentato peregrinare e ora qui conservata nel Museo Regionale, Gesù non è in primo piano ma di lui si vede solo la spalla illuminata dalla luce, simbolo di grazia.

Il protagonista del dipinto è infatti Lazzaro, rappresentato su un letto, ma la particolarità di questa raffigurazione sta nel fatto che il suo braccio destro è “vivo” mentre il sinistro è ancora “morto”, come a indicare il momento stesso della resurrezione. Marta, senza accorgersi del miracolo compiuto da Gesù, continua infatti a piangere sul fratello.

Quasi a “firmare” l’opera, Caravaggio si è poi “inserito” nel quadro poiché dietro la spalla di Gesù si vede un suo autoritratto. E’ un dipinto molto significativo, tra le ultime opere dell’autore, ed è oggi è conservato nel Museo regionale di Messina nella stessa sala dell'”L’adorazione dei pastori” proprio a riunire le due opere del periodo messinese del grande pittore.

Irene Milone

Classe II, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.

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