Nadia Murad: premio Nobel per la pace 2018
È Nadia Murad, un’attivista per i diritti umani, la vincitrice del premio Nobel per la pace 2018. È stata scelta per lo straordinario impegno messo in campo “per mettere fine alle violenze sessuali nei conflitti armati e nelle guerre”.
Nel 2014, quando aveva solo 21 anni, i miliziani dell’Isis sono arrivati a Kocho, il villaggio in cui abitava nell’Iraq settentrionale, hanno ucciso gli uomini, fatto scomparire le donne anziane e rapito lei con altre ragazze e bambini. Da quel momento è stata costretta a “scendere all’inferno”, diventando una schiava sessuale dei miliziani che per tre mesi l’hanno umiliata, brutalizzata e stuprata. Quando finalmente è riuscita a scappare, ha trovato rifugio presso la casa di una famiglia musulmana che, in teoria e secondo i disegni deliranti dei capi di Daesh, avrebbe dovuto esserle ostile.
«A salvarmi è stata una famiglia di sconosciuti: mi hanno nascosto per 17 giorni e il padre è riuscito a procurarmi un passaporto falso, usando il nome di sua moglie. Sono uscita dalla loro casa coperta con un velo integrale e con i documenti di un’altra donna e da lì sono riuscita a tornare a casa e poi a raggiungere un campo profughi e a chiedere asilo in Germania. Solo una volta arrivata in Europa mi sono sentita in salvo, perché solo in Europa ho trovato ascolto. Nessuno prima me lo aveva voluto dare».
Sono queste le parole che Nadia Murad utilizza in un’intervista concessa a Vanity fair.
Arrivata in Germania, luogo in cui attualmente vive, ha iniziato a tracciare la sua nuova strada, portandosi dentro un trauma che l’ha segnata ma non annientata e, proprio per questo, ha deciso di mostrare al mondo le sue ferite.
Il sostegno morale che ha ricevuto e la sola empatia, però, non bastano per ottenere azioni concrete affinché lei e altre donne sopravvissute alla violenza possano riprendere in mano le proprie vite e quelle delle loro comunità. È per questo che ogni giorno si lotta affinché si possa porre fine a tutto questo.
Nadia Murad è una donna di grande coraggio che non ha mai smesso di avere speranza e di credere che le cose possano cambiare e si batte affinché possano avere giustizia tutte le donne che hanno subito violenze.
“La mia storia è l’arma migliore che ho contro il terrorismo ed è mia intenzione usarla finché i terroristi non saranno messi a processo.”
Carlotta Giovenco 3CBS