L’Etna in continuo movimento
L’Etna, il vulcano attivo siciliano più alto di Europa e uno dei più grandi del mondo, racchiude in sè tanta bellezza ma al contempo pericolo. Noi siciliani siamo abituati a vederne il profilo spesso innevato stagliarsi nel cielo blu, ma a seguito di studi accurati di vulcanologi tedeschi abbiamo ricevuto ultimamente anche delle sconcertanti notizie, sospette già da qualche anno. Il grande vulcano, alto ben 3348 metri, come risaputo svolge infatti un movimento annuale per il quale si sposta verso il mar Ionio.

Il suo slittamento è lento, ma alcuni studiosi temono che la struttura vulcanica nel tempo possa subire un collasso sicuramente devastante. Si tratta in particolare di una parte del vulcano più vicina alla costa: se subentrasse il rischio che questa possa cadere in mare, infatti, ciò provocherebbe un maremoto in grado di distruggere tutte le coste del mediterraneo orientale.

Geologi italiani, fra cui Alessandro Bonforte, a loro volta spiegano di aver messo ai fianchi del monte dei sensori sottomarini che dovrebbero percepire ogni minimo movimento da parte del vulcano. Questo fenomeno dello spostamento dell’Etna è comunque studiato da moltissimi anni, dagli anni’80 circa, ha terrorizzato numerose famiglie catanesi e non ed è considerato probabile quanto improbabile. Un movimento concreto dell’Etna è tuttavia quello avvenuto qualche settimana fa col formarsi di una nuova bocca eruttiva nella Valle del Bove.

Il grande vulcano – “Iddu” come lo chiamano i catanesi – infatti ha cominciato a eruttare nella notte di Natale 2018, provocando un terremoto che è arrivato al grado di magnitudo 4.0. Sono state avvertite inoltre numerosissime scosse in tutta la zona compresa tra Reggio Calabria e Siracusa. Si tratta di fenomeni abbastanza frequenti e periodici in un vulcano attivo come l’Etna, tra l’altro in collegamento diretto con l’altro vulcano siciliano Stromboli, ma ciò che spaventa di più è proprio l’apertura di una nuova bocca nella sua parte orientale insieme a un’altra più piccola a nord, nella valle del Bove. Durante questa eruzione, molto violenta e ancora non del tutto conclusa, il fumo emesso da tutte le bocche è giunto fino alle coste di Malta ed è stato visibile dai satelliti nello spazio in modo spettacolare, mentre la nuova frattura effusiva durante la notte si abbandonava a colate di lava che si sono poi raggruppate agli ammassi di cenere.
A tutto si è aggiunto lo sciame sismico che ha creato veri momenti di paura nella zona di Zafferana Etnea, dove alcune famiglie sono state evacuate, vi sono stati feriti e alcuni edifici sono crollati, tutto per colpa di questo gigante, presenza fondamentale del panorama catanese ma anche potenziale assassino del quale non ci si può fidare. Insomma, anche se a debita distanza il vulcano siciliano rimane ad oggi uno spettacolo di una bellezza invidiabile, per gli sciatori abituati ai pendii innevati dell’Etna al momento si consiglia, in attesa che l’eruzione faccia il suo corso e si concluda nella consueta fase di quiescenza, di trovare un luogo più sicuro per le proprie escursioni, anche se sicuramente meno affascinante.
Gaja Di Pasquale
Classe II, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.