Una giornata al Museo
Quando le opere d’arti colpiscono la nostra emotività nasce l’esigenza di narrare affinché attraverso le parole si possano far rivivere quei momenti di estasi e smarrimento che solo “I Grandi Artisti” riescono a regalarci. Gli elaborati che seguono, pur avendo tutti la stessa tematica, tendono a completarsi ed arricchirsi vicendevolmente la stessa opera d’arte quindi, a seconda da chi viene analizzata, si arricchisce di minuzie e sfaccettature da non poter essere colte se non da più “soggetti” che osservano e pensano avvolti “da una nuvola di solipsismo”. (n.d.r.)
Giorno 4 dicembre 2018 noi alunni delle classi seconde e terze medie dell’ I.C. “Elio Vittorini” siamo andati a visitare il Museo, ovvero il Museo regionale della città di Messina.
All’entrata ci ha accolto il Dott. Abate, guida giovane e preparata, che ci ha fornito spiegazioni sulle opere d’arte presenti nell’edificio.
Inizialmente abbiamo visto dei fregi architettonici con delle scritte in arabo che sono stati realizzati sotto dominazione normanna, gli archeologi li hanno trovati all’interno del palazzo reale. Dopo il professore ci ha mostrato una fonte battesimale che richiama l’arte bizantina e un sarcofago intarsiato con decorate delle piume di pavone. Esempio dell’arte medievale è il mosaico della Madonna della Ciambretta; è una nicchia a mosaico con base in oro, di autore ignoto del ‘200, raffigurante la Madonna con il bambino appartenente al patrimonio artistico dell’antica chiesa di San Gregorio ormai, non più esistente. In quest’opera mancano le proporzioni, perché l’autore vuole risaltare l’imponenza della Vergine rispetto al santo posto ai suoi piedi. Appartengono anche a questo periodo due sculture: la Madonna degli spasmi e la Madonna degli storti.
Proseguendo il giro abbiamo visto dei dipinti che risalgono all’arte fiamminga, come l’opera raffigurante la passione di Cristo. Questo dipinto è particolarmente importante per la presenza di elementi allegorici, che rappresentano simbolicamente i passaggi della passione di Cristo.
Fino al ‘400 per la realizzazione dei dipinti è molto usata la tempera, invece dal ‘400 in poi vengono utilizzati i colori ad olio su tavola di legno o su tela, per dare alle opere un senso di tridimensionalità. La scultura che mi ha colpito particolarmente è “il crocifisso dolente”, poiché sembra reale, si notano infatti le vene, il petto squarciato, la pancia tirata…semplicemente meraviglioso. Inoltre, abbiamo visto la statua del Nettuno, scolpita da Giovanni Angelo Montorsoli, insieme alla statua di Scilla. Del Caravaggio abbiamo potuto apprezzare i dipinti “la resurrezione di Lazzaro” e “l’adorazione dei pastori”.
La bellezza di questi dipinti sta nel contrasto tra luce ed ombra, gioco volto a dare risalto ai personaggi. Lazzaro viene raffigurato con un braccio alzato e uno rivolto verso il basso e sta a significare che una parte di lui è sulla terra e un’altra pronta ad andare verso Dio. Una leggenda di questo dipinto dice che per raffigurare Lazzaro morto Caravaggio abbia usato come modello un corpo esamine.
Nell’adorazione dei pastori si presume che Caravaggio abbia usato come modello per la Vergine una prostituta. Questi due dipinti, in olio su tela, sono stati ritrovati nella chiesa dei Cappuccini ora non più esistente. Particolarmente interessante la cripta del monastero di San Salvatore che in passato veniva usata come colatoi per i defunti. Infine, siamo entrati nella sala della Carrozza, a mio parere magnifica.
Questa visita guidata al museo mi è piaciuta ed entusiasmato molto, soprattutto perché mi piace l’architettura e l’arte. Ho trovato molto interessante la spiegazione del Dott. Abate che ringrazio per averci accompagnato. A mio avviso la funzione del museo è quella di conoscere noi stessi attraverso le opere e i reperti e penso che questo museo sia riuscito in questo intento.
Andrea Guarnera
Il 4/12/18 io e la mia classe, insieme alle classi di altre sezioni, siamo andati a visitare il museo di Messina dove ad accoglierci abbiamo trovato il professore Abate, il quale ci ha spiegato le curiosità delle opere presenti nelle sale. Le opere che mi hanno maggiormente colpito sono state: Il Polittico di San Gregorio, la Carrozza Senatoriale e il Nettuno.
Il Polittico di San Gregorio
Il Polittico di San Gregorio è un dipinto a tempera su tavola di Antonello da Messina, del 1473 e conservato nel Museo regionale di Messina. Attualmente siamo in possesso di cinque tavole: la inferiore centrale, la principale che mostra al centro la Madonna in trono con Gesù in braccio, affiancata a sinistra da San Gregorio Magno e a destra da San Benedetto; sulle tavole in alto si vedono un Angelo annunciante e la Vergine Annunziata, mentre il pannello centrale è andato perso. Si rintracciano le caratteristiche principali della tradizione pittorica del periodo come la presenza del fondo in oro, tuttavia numerosi dettagli dimostrano l’aggiornamento dell’artista alle novità della penisola, come l’unificazione spaziale delle tavole. L’opera è firmata in basso a sinistra su un pezzo di pergamena dipinto. L’opera è in fase di restauro.
Il Nettuno
Il Nettuno è una fontana situata di fronte alla Prefettura, inizialmente rivolta verso di essa, ora rivolta verso il mare come a domare le onde che vengono verso la città. Al museo si trovano le copie originali del Nettuno e della raffigurazione di Scilla, mentre l’originale di Cariddi è andata perduta. Alla fontana si trovano solo le copie delle varie componenti del monumento.
La Carrozza del Senato di Messina
La Carrozza del Senato di Messina è in legno intagliato e decorato con disegni e ornamenti lignei in oro, applicati su una copertura rossa che riveste l’intera carrozza; gli interni sono rivestiti in tessuto rosso fissato in modo da creare motivi particolari e sono presenti cinghie di collegamento in spessa pelle nera all’ esterno.
Chiara Moleti
Giorno 4 dicembre le classi 2B, 2C e la classe di cui io faccio parte, la 3D, insieme alle nostre professoresse siamo andati al Museo di Messina. Arrivati al Museo abbiamo conosciuto la nostra guida, che ha iniziato a parlare dei fregi architettonici, che sono delle scritte in arabo fatte di marmo inscritte in lastre anch’esse marmoree. Mi ha colpito un sarcofago chiamato “a coda di pavone”, con scritte in latino e probabilmente realizzato dai bizantini. Abbiamo anche visto un mosaico, secondo me fantastico, realizzato dai bizantini, si capisce per la presenza di uno sfondo d’oro. Questo mosaico prende il nome de “La Madonna della Ciambretta” (deriva dal francese CHAMBRE) ed è priva di proporzioni. Abbiamo anche visto la Madonna col Bambino, detta Madonna degli storpi perché i polsi destri (sia della madonna sia del bambino) sono storti. Un’altra opera bellissima è un crocifisso, davvero molto realistico, infatti si vedono le costole e le vene, Cristo viene raffigurato dolente e sofferente. Un’opera che mi ha stupito molto è quella realizzata da Antonello da Messina ed ha la particolarità di essere dipinta su tutti e due lati, da un lato rappresenta l’Ecce homo e dall’altra la Madonna col bambino. Tra tutte le meraviglie che abbiamo visto, mi sono appassionata tantissimo alle statue di Nettuno e di Scilla, il Nettuno anticamente era girato verso la prefettura perché simboleggiava il potere politico di Carlo V sulla città, invece quello attuale è girato verso il mare perché mitologicamente è il Signore del mare.
Laura Chiarello
Il 04/12/18 io, insieme alla mia classe, la 3D, mi sono recato presso il Museo Regionale di Messina, che presenta al suo interno diversi quadri e sculture rinvenuti nel corso del tempo, tra i quali La Madonna della Ciambretta, la statua marmorea del Nettuno, il Cristo crocefisso in legno, la carrozza senatoria, il tondo in ceramica di Della Robbia e molte altre opere di pregio. Sono rimasto meravigliato dinnanzi al mosaico raffigurante la Madonna della Ciambretta che proviene dal monastero di San Gregorio e si chiama così poiché sembra essere chiusa in una stanzetta, dove è presente un fondo d’oro. La sua caratteristica principale è sicuramente lo sguardo della Madonna sempre rivolto allo spettatore. Il Cristo crocifisso in legno, realizzato da un autore a noi ignoto, si presenta tra le prime opere d’arte del 1300 raffiguranti Cristo sofferente, infatti sino al 1200 Gesù veniva presentato trionfante sulla morte. Il Nettuno realizzato da Montorsoli è una statua scolpita nel 1557, di cui è stata fatta anche una copia che è situata in Via G. Garibaldi, di fronte alla prefettura. Insieme al Nettuno è presente anche la versione originale di Scilla. La guida era molto preparata e disponibile a rispondere a tutte le nostre domande. Il museo è molto curato e ordinato e spero di tornarci presto.
Lorenzo Lanzafame