UN RACCONTO PER SALVARE IL PIANETA
IL TESORO DELLA FORESTA OSCURA
Era una tranquilla mattina di primavera e io stavo lavorando alla mia scrivania all’ “Eco del Roditore”, quando venni interrotto dal suono di un clacson.
Guardai fuori dalla finestra del mio ufficio e vidi…Tenebrosa Tenebrax! Era venuta a prendermi con la sua Turbolapid: aveva bisogno del mio aiuto!
Appena salii in macchina, Tenebrosa mi spiegò tutto: le serviva una zampa per scoprire cosa provocasse gli strani, stranissimi, stanissimissimi rumori che provenivano dalla Foresta Oscura, la paurosa foresta vicino al castello dei Tenebrax.
Anche se i baffi mi frullavano per la fifa, la notte stessa decidemmo di andare nella foresta… con tanto di tenda e zaino da campeggio! Per fortuna non ero solo, con me c’erano Tenebrosa e i miei nipotini Ben e Trappy.
Appena ci addentrammo nella foresta, capimmo subito che cosa causava gli strani rumori che tanto avevano preoccupato i Tenebrax: delle ruspe stavano distruggendo i bellissimi alberi della foresta per conto di un famoso attore horror, protagonista del nuovo film che Tenebrosa stava girando negli Horrywood Studios di Lugubria.
Tenebrosa mi guardò preoccupata: “Ciccetto, forza, non c’è tempo da perdere! Devi trovare un’idea per fermarlo subito… e salvare la Foresta Oscura.
Sospirai e, deciso, pensai ad un piano: “Facciamo una cosa, tu distrai gli operai e io vado a spegnere le ruspe, però mi raccomando attirali verso di te!”, dissi alla mia aiutante Tenebrosa. Il piano funzionò ma appena cercai di svignarmela a gambe levate, senza che nessuno mi vedesse, l’attore mi notò e mi chiese: “Buongiorno Signor Stilton, cosa fa da queste parti?”
All’inizio ebbi i brividi, ma mi presi di coraggio e gli gridai nell’orecchio: “Allora! Che gusto ci provi ad abbattere gli alberi?! Cosa vorresti costruire?! Una villa, per caso?! Lo sai che la natura appartiene a tutti!”
Ma lui mi rispose: “E quindi? Secondo te questo è un reato?!” continuò:” Uomini al lavoro!” si rivolse poi verso di me e con occhi minacciosi disse: “E tu vattene! Te lo dico per l’ultima volta!”.
Io e Tenebrosa ce ne andammo delusi e arrabbiati perché solo noi due non avremmo potuto contrastarlo. Ma appena tornammo a Topazia mi venne un’idea che sicuramente poteva funzionare e le dissi: “Guida fino alla stazione di polizia, ti spiegherò tutto durante il tragitto!” Così mi rivolsi a Tenebrosa rivelandole il piano che avevo in mente; avevo però bisogno della collaborazione di un paio di persone fidate. La prima persona che mi venne in mente era mia sorella Tea, inviata speciale dell’Eco del Roditore. Non avrebbe perso l’occasione per immortalare con la sua macchina fotografica lo scempio che si stava consumando nella nostra città. Così avremmo richiamato l’attenzione di tutta la popolazione di Topazia che si sarebbe ribellata al disboscamento. E infatti fu ben felice di darci una…zampa!
Per non farsi notare si appostò molto lontano e con il suo potente zoom riuscì a scattare delle foto chiarissime. Chiamai anche il mio amico investigatore privato Ficcanaso che alla stazione di polizia aveva molte conoscenze. Infatti appena arrivammo lì un ispettore ci venne incontro e ci disse che voleva verificare con i suoi occhi quello che stava accadendo nella Foresta Oscura. Così tornammo nuovamente indietro dove l’attore stava seguendo i suoi operai nel pieno dei lavori di disboscamento. Appena ci vide fare ritorno con la polizia, tutta la spavalderia che aveva gli passò subito e iniziò a balbettare:” Che fa-fate di nu-nuovo qu-qua?” Grazie alle foto di Tea la cittadinanza era venuta a conoscenza di questo grave episodio e, infatti, si era riunita una folla di persone pronta ad andare contro il famoso attore. Quest’ultimo, messo alle strette dall’ispettore, che lo invitava a fermare il suo progetto, altrimenti l’avrebbe arrestato, ci aiutò anche a piantare i nuovi alberi affinché la Foresta Oscura ritornasse di nuovo verde come prima.
Finalmente io e Tenebrosa eravamo soddisfatti di aver raggiunto il nostro obiettivo perché tagliare gli alberi è come spezzare un legame fondamentale tra l’uomo e la natura.
Gli alberi della Foresta Oscura hanno sempre protetto la città di Topazia, sono lì da millenni e la nostra comunità deve difenderli perché fanno parte di noi, della nostra storia.
D’AMORE CRISTIANO
CLASSE I sez. – I.C. Mazzini.